La Nuova Sardegna

I vescovi alla giunta: prima di tutto il lavoro

di Mario Girau
I vescovi alla giunta: prima di tutto il lavoro

In una lettera pastorale i dieci presuli individuano sei strade virtuose Il richiamo alle parole di Papa Francesco e il pensiero per i giovani

19 marzo 2014
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CAGLIARI. Interventi adeguati per rilanciare il lavoro, maggiore equità nell'accesso al credito, una nuova e moderna politica della casa, semplificazione burocratica, tagliare risorse improduttive ed enti parassitari e inutili, razionalizzare l'esistente per promuovere il bene comune e non l'interesse degli apparati. Sono queste le sei strade virtuose individuate dai vescovi isolani per far ripartire non solo economia e società, ma anche restituire ottimismo e voglia di lottare ai sardi. Solo per una fortuita coincidenza l'inizio dell'era di Francesco Pigliaru coincide con uno dei più importanti documenti prodotti dalla Chiesa negli ultimi 15 anni. Di così vasta portata sociale l'episcopato ne aveva scritto un altro agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso con il cardinale Sebastiano Baggio, arcivescovo di Cagliari

Piattaforma episcopale. Chiesa sarda e Regione si augurano "Un cammino di speranza per la Sardegna". Pigliaru indicherà il percorso tecnico-politico nei prossimi giorni, i vescovi l'hanno fatto e illustrato ieri alla stampa. Una pura e semplice "piattaforma episcopale" per riflettere insieme su come affrontare i problemi della famiglia, dei giovani, della situazione sociale. Nessuna parvenza di compiti a casa per la squadra del governatore. Solo utili proposte per aiutare la Sardegna a uscire dall'emergenza, «per riflettere insieme – hanno spiegato monsignor Arrigo Miglio, presidente della Conferenza episcopale sarda, e monsignor Giovanni Paolo Zedda, delegato dei vescovi per i problemi sociali – su come affrontare i problemi della famiglia, dei giovani, della situazione sociale».

L’invito del Papa. Sotto certi aspetti la lettera pastorale è un atto dovuto da parte dei vescovi dopo l'invito del Sommo Pontefice, durante la sua visita a Cagliari e alla basilica di Bonaria il 22 settembre corso, a prendere in mano le sorti di quest'isola. «La Sardegna è una terra benedetta da Dio con tante risorse umane e ambientali, ma serve – disse Papa Francesco davanti alla folla di fedeli – nuovo slancio per ripartire».

Sos occupazione. Niente consigli e suggerimenti alla giunta appena nata. «Ma la lettera pastorale – ha chiarito monsignor Miglio – contiene cinque ambiti operativi d'interesse anche delle istituzioni regionali». Al primo posto i vescovi mettono la realtà del lavoro e delle imprese, «il problema più preoccupante per la nostra Sardegna, dove il dramma del lavoro è divenuto tragedia», precisano i dieci responsabili delle chiese sarde, che fanno risuonare in tutta l'isola le parole pronunciate da Papa Francesco a Cagliari, in via Roma: «È difficile avere dignità senza lavorare». Una risposta a questa emergenza può venire, secondo l'episcopato sardo, da una cultura economica che guardi meglio il nostro territorio, le sue capacità e le sue proposte e promuova lo sviluppo delle risorse locali - come agricoltura, allevamento, artigianato, pesca, turismo - e la sostenibilità delle piccole e medie imprese».

Famiglia e giovani. Anche la situazione della famiglia interessa di rigore le istituzioni. Idem la scuola per far fare il salto di qualità alle nuove generazioni. «Prendete il largo e calate le reti, giovani di Sardegna» era stato l'appello di Papa Francesco davanti ai 50 mila under 30 riuniti a Cagliari nel settembre dello scorso anno. L'ultimo ambito indicato dai vescovi riguarda proprio il servizio nelle istituzioni.

Coraggio per l’isola. «Il nostro popolo attende un'amministrazione regionale che sappia comprendere e affrontare con coraggio i problemi e le aspettative della Sardegna, custodendo e rivendicando la sua specialità anche sotto il profilo giuridico, e che si ingegni a trasformare la condizione attualmente sfavorevole dell'insularità in una risorsa di positiva opportunità», scrivono i vescovi isolani. Che, a chi è stato chiamato ad amministrare la Sardegna, chiedono «che vi si dedichi con spirito di servizio e si lasci guidare dai principi della solidarietà».

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