I sei punti di Pigliaru: ok dai 12 partiti
Primo vertice fra governatore e coalizione. Nessuno scontro sulle nomine, via libera al programma: «C’è fame di risultati»
CAGLIARI. Il primo tagliando ufficiale, quello dei cento giorni, è abbastanza lontano, manca ancora un mese. Eppure la giunta di Francesco Pigliaru uno scoglio l’ha già superato, quello delle nomine. Voci di corridoio avevano dato per sicuro qualche malumore in maggioranza, ma ieri la coalizione ha promosso subito il vincitore del 16 febbraio. Nel vertice d’esordio a tre (partiti, capigruppo e governatore) di poltrone assegnate e altre da assegnare non hanno parlato. Il sottogoverno non ha fatto neanche da sottofondo all’ordine del giorno e forse è stato così perché il segretario regionale del Pd, Silvio Lai, era stato chiaro l’altra mattina: «Se si parte da lì, mi alzo e vado via». È rimasto al tavolo per tre ore, nella sala riunioni del suo gruppo, insieme ai segretari e ai consiglieri degli altri undici partiti: Sel, Soberania (Rossomori e Partito dei Sardi), Sardegna vera (Upc,Psi,Idv-Verdi e La Base), Centro democratico, Sinistra sarda (Rifondazione e Comunisti Italiani) e Irs. Davanti allo schieramento al completo e anche compatto fino all’ultimo secondo, la Giunta ha messo in ordine, tappa dopo tappa, quello che ha fatto in questi due mesi e quello che vuole fare. Risultato: dalla riunione sono usciti tutti soddisfatti: il presidente, «è stato un buon incontro e ora ci sarà un vertice al mese», i segretari, «sarà massimo e totale l’impegno per recuperare il più in fretta possibile i cinque disastrosi del governo di centrodestra», e i capigruppo: «Giunta e Consiglio lavoreranno fianco a fianco per accelerare l’approvazione delle leggi». È una scelta obbligata: servono risultati.
Lo scadenzario. Lavoro, scuola, riforme, piano paesaggistico, bonifiche e sanità: sono le sei priorità. Entro maggio la Giunta presenterà la proposta di legge per una profonda riorganizzazione della «macchina Regione», con società in house, enti strumentali e agenzie che saranno accorpati o cancellati se ritenuti inutili. Pigliaru ha confermato che il progetto dell’assessore Gianmario Demuro sarà profondo e incisivo, con tre obiettivi: abbattere la burocrazia, ridurre la spesa e riorganizzare gli uffici. È questa la strada tracciata (e apprezzata dalla coalizione) per «restituire efficienza e autorevolezza alla Regione». Subito dopo la Giunta metterà mano alla riforma degli enti locali, per chiudere la voragine dell’incertezza dopo l’azzeramento delle Province. Entro giugno l’attenzione si sposterà sul Piano paesaggistico e la legge urbanistica: l’iter è a buon punto, ha confermato l’assessore Cristiano Erriu, e «non siamo distanti dalla bozza definitiva». Anche di bonifiche la Giunta ha cominciato a parlare e «faremo in fretta a Porto Torres e nel Sulcis», ha ribadito di recente l’assessore Donatella Spano. Nel frattempo, ha detto il presidente Pigliaru ai partiti, «con investimenti mirati, vogliamo riprendere a far marciare il lavoro e lo sviluppo». Il progetto «Garanzia giovani» è partito: «Siamo stati la prima regione a crederci e restituirà una speranza a molti disoccupati». La scuola è un’altra delle priorità, con la conferma del super piano per l’edilizia scolastica che, ha detto Pigliaru, «potrà essere anche più veloce se riusciremo a svincolarlo dal patto di stabilità». A proposito del Patto, il governatore ha aggiunto che «è entrato nella fase decisiva il confronto col Governo e la Ragioneria dello Stato per aumentare la capacità di spesa e gli investimenti». Si sa, la richiesta è di 1,2 miliardi in più, per non restare inchiodati agli attuali 2,4, e nel frattempo «continueremo a ripulire i conti dalle spese inutili». Forse il capitolo più difficile sarà quello della sanità. La spesa è troppo alta, sono necessari interventi decisivi per evitare che finisca fuori controllo e chissà se basterà cambiare uno o tutti i manager Asl per ottenere il risultato.