La Nuova Sardegna

Omofobia, ora è scontro politico

di Claudia Carta

Jerzu, il Pd Piras: il segretario Udc mi ha insultato. La replica: cerca pubblicità

2 MINUTI DI LETTURA





JERZU. Uno stato sul profilo di Whatsapp fa scoppiare un caso di presunta omofobia a Jerzu. Da un lato, il consigliere di opposizione Gianluigi Piras, che aveva fatto coming out durante un consiglio comunale di qualche mese fa, dall’altro, il segretario dell’Udc del paese ogliastrino. Sarebbe stato proprio quest’ultimo a scrivere sul suo profilo di Whatsapp, che, come è risaputo, ogni utente imposta liberamente, al pari della foto, un insulto al consigliere del Pd. Il profilo del segretario jerzese presentava l’immagine di una vecchia insegna pubblicitaria con scritto “Ricchioni dal 1962”, mentre lo stato personale recitava: “Errata corrige ... dal 1977”. Quando lo ha scoperto Piras – classe 1977 –, ha scritto una lettera pubblica al segretario Udc su Facebook. «Ho risposto a chi di dovere molto garbatamente. Spero che rifletta, dal momento che questa persona ricopre un ruolo educativo. Ma se proprio vuole attaccarmi, lo faccia politicamente e nelle sedi appropriate. Sono molto sereno e per niente preoccupato, anche perché questo non è sicuramente un attacco omofobo, Lo definirei più che altro uno spiacevole episodio su cui non vorrei nemmeno si concentrasse tutta questa attenzione mediatica». Nessuna dichiarazione da parte del segretario Udc , ma il partito prende posizione ufficiale con un comunicato stampa: «L’Udc mai ha avuto comportamenti o rilasciato dichiarazioni che potessero in nessun modo interferire sulla vita privata del signor Piras. Non appartiene alla cultura del nostro partito giudicare o entrare nel merito di quelle che sono le scelte personali di chiunque, tanto meno di Piras. Il consigliere pretende di cercare una visibilità politica, negatagli dal consenso popolare, sfruttando, lui sì, le sue scelte di vita privata».

Ad agosto Gianluigi Piras era finito nella bufera per il commento feroce postato su Facebook contro l’atleta russa Yelena Isinbayeva, colpevole di aver difeso la legge contro i gay di Putin. La campionessa aveva poi sostenuto di essere stata fraintesa, mentre Piras aveva annunciato le dimissioni da tutti gli incarichi politici, ma ha poi ritirato quelle dal consiglio.

Primo piano
Lo scenario

Un Papa nero è possibile, gli eredi africani di Bergoglio e i numeri del conclave che potrebbero fare la differenza

Le nostre iniziative