La Nuova Sardegna

«Come si può uccidere un bimbo?»

«Come si può uccidere un bimbo?»

Il cordoglio, la solidarietà e l’indignazione dei sindaci dell’alta Gallura

3 MINUTI DI LETTURA





TEMPIO. Rimasti attoniti, i comuni dell’alta Gallura si sono stretti attorno a Tempio. «La tranquillità di una serata come tante nel cuore di questa nostra Gallura, finora quasi isola felice per un vivere sereno - ha scritto Marisa Careddu, sindaco di Luras - è stata infranta dall'agghiacciante notizia di questa strage, efferata per i modi e per la crudeltà che non ha risparmiato nessuno. Perché - avverte il sindaco - non può esserci ragione di uccidere un bambino. L'assassinio di un bimbo che nulla sapeva, nulla immaginava e che mai avrebbe pensato che il suo pomeriggio di sport si trasformasse nella tragedia disumana che lo ha visto cadere, con in geitori, in un lago di sangue, non può trovare consolazione. Luras è rimasta attonita, frastornata e incredula di fronte a tanto orrore - ha scritto ancora il sindaco - e condanna fermamente questa violenza ed io da sindaco, a nome mio personale, dell’intero consiglio comunale e della comunità che rappresento, esprimo il più profondo cordoglio ai familiari e la più grande solidarietà alla città di Tempio, che dovrà interrogarsi assieme a tutti noi, sulle ragioni di un sotterraneo malessere che spesso non appare  in superficie in tutta la sua gravità».

Anche il sindaco di Calangianus Gio Martino Loddo ha voluto esprimere la sua vicinanza e la sua condanna: «Sono attonito e stordito per quanto è successo. Una tragedia che colpisce tutto il territorio dell’alta Gallura che improvvisamente si è oscurato, coperto da una cappa così fitta che ci fa brancolare nel buio. Spero che non sia il colpo di grazia per un territorio che più di altri sta patendo le sofferenze di una crisi senza precedenti. Mi viene voglia, e credo che questo pensiero sia condiviso da tutti gli altri amministratori, di gettare la spugna e arrendermi ad un destino già segnato. A tutta la comunità di Tempio - ha aggiunto - agli amministratori e alle associazioni di volontariato, a chi si impegna per dare ai nostri figli un futuro migliore, scevro da questi delitti contro l’umanità, va tutta la mia solidarietà e quella dell’intera comunità calangianese. Con l’augurio che quanto prima vengano assicurati alla giustizia queste persone che di umano hanno ben poco».

Parole forti arrivano anche dal sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana: «Esprimo il sentimento non formale di vicinanza alle famiglie colpite da tanta barbarie e alla comunità tempiese tutta. Quando accadono fatti di sangue così devastanti, nelle nostre comunità si scopre d’improvviso che nessuno è esente dal confrontarsi con il male. Un uomo, una donna, un bambino, una famiglia, uno sterminio. L’isola felice, ammesso che sia mai esistita, non esiste più. Una furia barbara, che non ha risparmiato neanche un bambino. Le comunità riflettano su se stesse. Su quanto odio si semina, con le parole, coi silenzi coi mutismi, coi sussurri e sul nostro essere una cellula a sé stante dentro la comunità». (a.m)

Primo piano
Capo Figari

Mistero sui fratelli dispersi in mare: nelle foto si vede una barca

di Marco Bittau
Le nostre iniziative