La Nuova Sardegna

San Raffaele, mercoledì il primo vertice tecnico

Le trattative fra giunta, Qatar e Bambin Gesù dopo l’intesa a Palazzo Chigi Continua il confronto sul pacchetto di reparti proposto dalla Foundation di Doha

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CAGLIARI. A pochi giorni dalla firma del protocollo a Palazzo Chigi, il progetto San Raffaele di Olbia corre ancora veloce. A metà della prossima settimana cominceranno le riunioni del tavolo tecnico voluto dalla Regione con la Qatar Foundation e l’ospedale Bambin Gesù di Roma, che dal 2015 si occuperà della gestione scientifica. Gli incontri andranno a vanti a tappe forzate, per rispettare quanto annunciato dal governatore Francesco Pigliaru, subito dopo l’accordo preliminare con gli investitori sottoscritto ancora prima della missione romana: «Entro il 24 giugno daremo la nostra risposta certa e definitiva».. A valutare tecnicamente la proposta del Qatar saranno il direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Giuseppe Sechi, Paolo Tecleme (Asl Olbia) e Sergio Pili (Asl di Carbonia), nominati dall’assessore Luigi Arru. La Fondazione il suo pacchetto di reparti l’ha reso noto da tempo: 300 posti letto divisi fra pediatria, riabilitazione neurologica e ortopedica, ortopedia, cardiologia, neurologia e oculistica. Più due centri internazionali per la ricerca, di cui uno dedicato al diabete. Ma oltre al parere tecnico sarà necessario anche il via libera politico a un super investimento che non dovrà cannibalizzare il sistema sanitario regionale. Potrebbe essere proprio questo lo scoglio più difficile da superare soprattutto in Consiglio regionale. Ma Pigliaru si è dimostrato ottimista: «Puntiamo a ottenere il massimo del consenso su un progetto di assoluta eccellenza». Su cui, in questi giorni, sono intervenuti anche Gavino Sale, il consigliere regionale di Irs e della maggioranza, «il San Raffaele dovrà integrarsi in maniera armonica nel nuovo Piano sanitario», e Antonello Peru di Forza Italia: «Il centrosinistra ha cambiato idea sugli emiri: prima era contrario, ora si spella le mani». E proprio nel Pd Silvio Lai, accusato di essere uno dei dubbiosi al progetto dal compagno di partito Gian Piero Scanu, ha risposto così: « Se ci sono voluti 40 anni per realizzarlo, vuol dire che qualche padrino ha portato sfortuna». (ua)

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