La Nuova Sardegna

Autorizzazioni sul paesaggio, isola al top tra le regioni italiane

di Pier Giorgio Pinna ; di Pier Giorgio Pinna
Autorizzazioni sul paesaggio, isola al top tra le regioni italiane

In appena un anno le due soprintendenze sono state sepolte da migliaia di pratiche Il primo posto della Sardegna basato sul numero degli abitanti e dei turisti con case sulle coste

09 settembre 2014
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Urbanistica e paesaggio ancora al centro di querelle senza fine. Le ultime novità arrivano da una classifica nazionale: per le richieste dei nullaosta alle soprintendenze l’isola è in testa a un elenco stilato dal “Sole 24 Ore” su dati forniti dal ministero dei Beni culturali. In termini assoluti, senza cioè tener conto del numero degli abitanti, di quello delle residenze e degli insediamenti di tipo differente, figura in realtà solo in quarta posizione.

Con le sue 8.370 domande nel 2013, anno di riferimento per la graduatoria, la Sardegna è difatti preceduta da Veneto (9.660 richieste), Toscana (9.647) e Piemonte (8.469). Ma se al di là della superficie in km quadrati presa in considerazione tra gli indicatori per ogni regione si pensa a quanto l’isola sia spopolata, è piuttosto evidente come sia proprio la Sardegna a guidare saldamente questa top ten del tutto particolare.

I parametri. Ma perché è proprio l’isola a spiccare nella classifica fatta dal quotidiano economico-finanziario di proprietà della Confindustria? Quanto hanno contribuito a un primato tanto singolare i turisti che posseggono immobili sulle coste? E in che modo vanno interpretata questi dati? Alcune domande possono subito trovare risposta, altre meno. Come spesso succede quando ci sono di mezzo valutazioni legate a edilizia e cemento, i pareri non sono uniformi. Né tra i politici né tra gli specialisti della materia.

Le analisi. Per comprendere meglio la situazione, comunque, sarà bene non perdere di vista alcuni elementi di carattere oggettivo. Sul piano geografico, com’è ovvio, la Sardegna non è una regione qualsiasi. Il fatto di essere un’isola, con quasi duemila km di coste, litorali spesso al centro di richieste d’autorizzazioni presentate alle due soprintendenze di Sassari-Nuoro e Cagliari-Oristano, la pone certamente in una posizione a sé, del tutto specifica. E se si rileva poi che nella graduatoria non sono disponibilii raffronti riferibili alla Sicilia, il quadro generale risulta più chiaro, definito. Un altro fattore oggettivo da tenere presente è rappresentato dall’estensione: dopo la stessa Sicilia e il Piemonte, la Sardegna è la regione d’Italia più vasta.

I dettagli. Ma entrando più nel merito della questione subentrano poi fattori che suscitano opinioni meno omogenee. «Su un così elevato numero di nullaosta influiscono senza alcun dubbio i rigidi vincoli esistenti nell’isola a tutela del paesaggio», dicono parecchi tra costruttori e immobiliaristi. «Ma questo è vero solo in parte – ribattono altri addetti ai lavori, soprattutto dal fronte degli ambientalisti - Lo scorso anno è stato un momento di svolta perché la giunta Cappellacci ha varato il Pps e altri provvedimenti, come il Piano Casa, tutti tesi a far cadere le restrizioni adottate in passato. È quindi proprio allora che si è sviluppato il maggior volume di richieste per potere riprendere a cementificare».

Percorsi e metodologie. A ogni modo, sul versante tecnico più generale, esistono altri elementi che vanno tenuti in debito conto. Il primo: in Italia, su poco più di 300mila kmq, complessivamente i pareri sul paesaggio richiesti alle soprintendenze sono stati nel 2013 superiori ai 110-115mila. Il dato in gradutoaria di 94.745 è approssimato per difetto. Perché - oltre alla Sicilia - il numero ufficiale fornito dai Beni culturali (94.745) in qualche caso regionale non comprende alcuni mesi dell’anno e neppure le elaborazioni fatte dalle Province di Trento e Bolzano.

I riferimenti. Un altro aspetto in evoluzione è che presto potrebbero diventare più rigidi i termini nei quali le soprintendenze sono chiamate a esprimere le loro valutazioni: oggi non più di 45 giorni. Ma non si sa ancora se i pareri saranno o no appellabili. E se alla fine il governo lo consentirà, difficilmente nei diversi territori si andrà a una semplificazione. Potrebbe accadere anzi il contrario.

Le aspettative. In sintesi, si profila uno spaccato dal quale appare evidente come le cose marceranno più spedite. E non soltanto in Sardegna. Perché, al di là delle valutazioni differenti che si possono fare, un fatto è sicuro: dalla certezza del diritto e dalla continuità nel tempo delle norme di tutela può derivare un quadro definito di salvaguardia generale oppure un percorso caotico e contraddittorio come quello che ancora oggi traspare su tanti versanti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative