La Nuova Sardegna

l’assessore cristiano erriu

«Progetto di salvaguardia finale grazie all’intesa con il ministero»

«Progetto di salvaguardia finale grazie all’intesa con il ministero»

SASSARI. «Il paesaggio? Abbiamo riavviato il processo di co-pianificazione con la direzione regionale dei Beni culturali: e presto, molto presto, l’intera Sardegna potrà contare su norme certe e...

09 settembre 2014
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SASSARI. «Il paesaggio? Abbiamo riavviato il processo di co-pianificazione con la direzione regionale dei Beni culturali: e presto, molto presto, l’intera Sardegna potrà contare su norme certe e definitive per la tutela del territorio». È ottimista, e non ne fa mistero, l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu. Nella strategia della giunta Pigliaru, ad alcuni mesi di distanza dalle contestazioni d’inizio estate da parte di parecchi gruppi ambientalisti, si confermano diversi punti fermi.

Quali i vostri prossimi passi, assessore?

«Dopo la revoca della delibera sul Pps del 14 febbraio scorso, alla vigilia delle elezioni regionali, intendiamo cassare definitivamente anche quella presentata da Cappellacci nell’autunno scorso a Sassari per varare il suo Piano dei sardi».

Come e quando avverrà questo passaggio?

«Tutto era già stato programmato da tempo e adesso stiamo arrivando alla fase esecutiva. Con il governo, e in particolare con il ministero dei Beni culturali, abbiamo raggiunto un’intesa politica precisa».

Quale?

«Beh, di fatto se n’è già parlato: l’esecutivo guidato da Renzi ritira il ricorso alla Corte costituzionale presentato contro il Pps della giunta di centrodestra e alla Regione noi del centrosinistra lo cancelliamo in maniera definitiva annullando anche la prima delibera».

Che cosa si otterrà con questa procedura?

«Che potranno venire salvate tutte le modifiche di repertorio apportate nel frattempo al lavoro tecnico sulle mappe e sulle cartografie dell’isola. Rispetto al Ppr a suo tempo voluto da Renato Soru c’era infatti necessità di una serie di aggiornamenti».

Questo significa che, rispetto alla rottura maturata nel periodo della giunta Cappellacci, con voi è ripreso il dialogo anche con la direzione regionale dei Beni Culturali?

«Certo, è proprio così. Da mesi i nostri funzionari lavorano d’intesa con la dottoressa Maria Antonietta Lorrai, responsabile di quella struttura, e con i suoi più stretti collaboratori: il nostro obiettivo è appunto programmare nei tempi più rapidi possibili tutti gli aspetti della co-pianificazione prevista dalle leggi generali».

Che cosa pensa dell’ultima classifica elaborata dal “Sole 24 Ore” circa la mappa regionale dei pareri richiesti sul paesaggio?

«Mah, direi che a parte gli aspetti formali della questione, nella sostanza dei fatti la Sardegna si colloca certamente al primo posto in graduatoria».

Per quali motivi, a suo giudizio?

«Credo che alla mole delle domande abbia senz’altro contribuito la quantità di divieti e restrizioni ambientali o paesaggistici che nella nostra isola esistono rispetto ad altre aree del Paese. Oggi la Sardegna - tra Vas, Vinca e Via e altre valutazioni ambientali – ha oltre il trenta per cento del suo territorio vincolato. E questo senza dimenticare naturalmente che è la regione italiana con il maggior numero di coste».

Il governo nazionale punta alla semplificazione: ma introducendo l’appello contro i dienighi d’autorizzazione non si complicherà la procedura?

«Il problema dei problemi in realtà non è tanto legato a questo aspetto quanto a un altro differente meccanismo».

A che cosa si riferisce?

«Alla presenza di procedure duplicate. Faccio un esempio: per le attività produttive esiste un unico tavolo con conferenze di servizi che alla fine permette di ottenere tutti i via libera del caso, se sono autorizzabili. In questo caso invece ci sono passaggi che in qualche misura si raddoppiano».

Altre difficoltà?

«Come per gli eventuali appelli. molti degli iter e dei passaggi procedurali sono ovviamente legati ai tempi e alle disponibilità di personale delle soprintendenze».

Che cosa si può fare per accelerare?

«Un notevole impulso può arrivare dall’approvazione dei Puc. I Piani urbanistici comunali già varati finora sono appena otto. Ma se riusciremo ad aumentare il loro numero in breve tempo, molti ostacoli e difficoltà potranno senza dubbio venire superati. E al più presto».

Perché? Quale potrà essere la spinta effettiva?

«Se ciascun progetto sarà adeguato al Ppr, questo significa in partenza che ogni vaglio sulle singole pratiche comprese nei Puc verrà fatto a monte con le norme di salvaguardia generali. Non saranno quindi più indispensabili nuovi controlli, dato che quei progetti sono stati già ritenuti compatibili e sostenibili all’interno del sistema complessivo di riferimento». (pgp)

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