La Nuova Sardegna

Abbanoa chiede la cauzione: 55 euro una tantum a famiglia

di Pier Giorgio Pinna
Abbanoa chiede la cauzione: 55 euro una tantum a famiglia

L’azienda regionale: «Non è una nostra scelta, il deposito è stato previsto in tutt’Italia dall’Authority» In tanti altri casi pagamenti più elevati. Dal web alle associazioni di cittadini cresce la protesta

09 novembre 2014
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SASSARI. Abbanoa rischia una seconda class action. In Sardegna monta la rivolta per le richieste di pagamento dei depositi cauzionali. Ecco le cifre dell' una-tantum, che è stata però fissata non dalla società ma dall'Authority nazionale di vigilanza ed è estesa a tutte le regioni italiane: 55,39 euro per ogni cliente "domestico residente", ossia la famiglia-tipo, 64 euro per le "utenze domestiche dei non residenti" (ovvero le secondo case) e 132,24 euro per le "non domestiche", cioè le erogazioni destinate ad aziende. Tutto, eventualmente, in due rate. Per altri tipi di uso d'acqua il costo della cauzione sale. Di parecchio (e per farsene un’idea basta vedere la tabella a destra, ndr). Così il salasso, davvero imprevisto, è già al centro di una valanga di polemiche.

Paure e tensioni. In queste ore le proteste s'incrociano sul web tra domande di chiarimenti e spiegazioni. Alimentano i dibattiti su social forum e blog. Si estendono alle redazioni dei giornali di carta stampata, subissati da lettere di denuncia. E arrivano sino agli sportelli della stessa Abbanoa.

I fatti. Sì, perché, alla fine di una serie di equivoci e botta-risposta, si è scoperto che il nuovo balzello non riguarda solo chi avvia adesso un'utenza per la prima volta, come molti pensavano sbagliando. No, la questione è più ampia: tocca un po' tutti. Interessa difatti qualsiasi rapporto di fornitura da parte di Abbanoa.

Nodi generalizzati. E dunque anche i vecchi contratti già in essere: insomma si parla di quelli stipulati da voi che leggete queste righe, così come quelli dei vostri vicini. In sostanza è un problema che prima o poi tutte le famiglie dell'isola, in un modo o nell'altro, saranno costrette a porsi.

Rassicurazioni e repliche. Per la verità dall'azienda per la gestione delle reti e degli impianti idrici fanno sapere che sarebbe coinvolto nel provvedimento, «previsto in tutt'Italia dall'Authority e avallato dall'Autorità d'ambito regionale», circa un terzo delle famiglie sarde.

Ma in tutta la Sardegna le associazioni dei consumatori, già scese sul piede di guerra, affermano che la decisione di chiedere il versamento della cauzione riguarda invece oltre due terzi della popolazione. Che si troverebbero così esposti al rischio di sanzioni per morosità in caso di mancata ottemperanza all'obbligo.

Le esenzioni. Escluse dal deposito, allo stato attuale, sono quattro categorie. «La prima è formata dai clienti in grado di provare di aver già versato il deposito non solo a noi ma anche agli altri enti che ci hanno preceduto nel servizio», informano da Abbanoa, ricordando che chi in passato ha dato solo parte della cauzione dovrà comunque coprire la differenza.

La seconda fascia è costituita dagli utenti che in questi giorni vogliono approfittare dell'offerta di esenzione lanciata dalla società per chi si fa addebitare in conto corrente le somme in fattura col Rid, ossia la domiciliazione bancaria o postale. Esentati dalla cauzione anche tutti quelli che hanno già attivo da tempo lo stesso sistema.

Dell'ultima categoria fanno parte invece le famiglie a basso reddito: «Le stesse per le quali - precisa ancora Abbanoa - viene applicata la tariffa agevolata No Tax».

Contraccolpi. Come si capisce bene, dunque, anche gli appartenenti a queste ultime tipologie di utenti esentati dovranno farsi carico della nuova questione. Quantomeno ponendosi il problema in astratto dal punto di vista burocratico. E questo perché, come l'esperienza dimostra, presumibilmente verranno sollecitati a evidenziare che si trovano in una posizione che li esclude dai pagamenti: insomma, l'onore della prova sarà comunque a loro carico.

La posizione ufficiale. Ma come nasce quest'esigenza dei depositi da parte di Abbanoa? Dalla società puntualizzano subito e rispondono: «Non siamo stati noi ma l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ad aver preteso il cambiamento del metodo seguito sinora. Quelle cauzioni a ogni buon conto non sono che una forma di garanzia richiesta ai clienti: servono a coprire eventuali insolvenze che, in caso contrario, peserebbero sulla totalità delle persone che pagano regolarmente».

Sempre negli uffici di Abbanoa ricordano quindi come simili depositi siano in genere previsti da quasi tutti i gestori. Non solo di servizi idrici, anche nei campi della telefonia, del riscaldamento delle case. Cauzionirichieste persino nei rapporti tra privati, per esempio al momento dell'affitto di un appartamento o di un locale commerciale.

Caos e lacune. In questo senso, più in generale, un fatto comunque è certo: l'attuale società ha ereditato una miriade di "variazioni sul tema" da parte dei precedenti enti che operavano per il servizio idrico. In Sardegna c'erano Comuni o gestori che a suo tempo richiedevano il deposito cauzionale, altri che lo sollecitavano soltanto in parte e altri ancora che invece non le pretendevano per niente.

Attese e rimostranze. Ma a tanti clienti che oggi si ritrovano a fare i conti col nuovo balzello tutto questo non interessa. Non sono d'accordo sulle scelte dell’Authority e di Abbanoa che le sta applicando: né sulla sostanza né sulle procedure. E soprattutto contestano un aspetto preciso e sintetizzato in un unico quesito: perché chi da anni paga regolarmente tutte le sue bollette ora dovrebbe farsi carico di qualcosa che in genere è previsto solo all’inizio di un contratto?

Domande senza risposta. È un interrogativo, questo, già rilanciato dalle associazioni dei consumatori alle autorità politiche regionali che controllano Abbanoa. Le stesse organizzazioni di clienti e utenti che adesso minacciano di ricorrere alle vie legali contro quello che considerano a tutti gli effetti un sopruso ingiustificato.

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