Un concorrente nel mirino di Grazianeddu
L’accusa: la banda ipotizzò il rapimento di Gavino Satta, responsabile per la Sardegna di Coopservice
SASSARI. Era un imprenditore che opera nella vigilanza – lo stesso settore di Cosimo Cuccureddu – l’obiettivo della banda di Graziano Mesina per un sequestro di persona a Sassari: Gavino Satta, 52 anni, di Uri, consigliere di amministrazione della Coopservice, colosso da 17mila dipendenti con sede a Reggio Emilia e base operativa alla periferia di Sassari, in via Caniga. Satta, responsabile dell'area Sardegna, doveva essere prelevato durante il tragitto tra la sua abitazione di Uri e la sede di Caniga della società. Secondo gli inquirenti, più che al denaro dell'imprenditore l'ex ergastolano mirava a quello custodito dalla Coopservice. Mesina aveva in mente un sequestro lampo. Il tempo di introdursi, con Satta, nel caveau della società di vigilanza e farsi consegnare da lui il denaro e molto probabilmente le armi custodite nei forzieri.
Cuccureddu non è indagato, su di lui non ci sono sospetti, ma gli è costato caro aver pranzato e aver parlato al telefono con chi pensava al sequestro di un dirigente di un’azienda concorrente: la prefettura ha respinto la richiesta della licenza per svolgere l’attività di legale rappresentante della Sgs. Il pranzo avvenne il 15 aprile 2013, quando Mesina era controllato dalle forze dell’ordine nell’indagine che due mesi dopo portò al suo arresto e a quello di altre 25 persone. Ma solo alla fine del 2013 si venne a sapere che a casa di Mesina a Orgosolo era stata trovata una foto di Gavino Satta. E che insieme a quell'immagine, che inizialmente non aveva detto niente agli investigatori, c'era la piantina del rione di Caniga in cui si trova la Coopservice, con le vie d'accesso e di fuga. Una conferma della pianificazione del rapimento si troverebbe in un'intercettazione ambientale che risale al 12 aprile 2012. La Coopservice, che il primo gennaio 2010 aveva incorporato l'istituto di vigilanza Executive di Sassari, ha circa 180 addetti ed è il terzo istituto di vigilanza privata dell’isola. Nonostante l'arresto di Mesina, per un periodo Gavino Satta – avvisato dai carabinieri dello scampato pericolo – è stato “protetto” a distanza. Il progetto di sequestro è stato rievocato nel luglio scorso a Cagliari durante un’udienza del processo a Mesina e alla sua banda per traffico di droga.