La Nuova Sardegna

Truffe on line, banda in trappola

di Tamara Peddis

Perquisizioni in tutta l’isola della guardia di finanza contro un’organizzazione italo-romena

06 maggio 2015
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CAGLIARI. Truffavano le banche e le finanziarie sfruttando la carenza di controlli interni nel sistema interbancario chek truncation; ottenevano prestiti attraverso falsa documentazione sul reddito, acquistavano merce di lusso con titoli di credito privi di copertura finanziaria. Era questa l'attività dell'associazione italo - rumena scoperta dalla guardia di finanza di Iglesias, comandata dal luogotenente Andrea Vinci che, dopo due anni di indagini, sotto la direzione del sostituto procuratore Paolo De Angelis, ha cominciato una serie di perquisizioni nei confronti di 33 persone (19 residenti in Sardegna , 5 in Piemonte, 2 in Toscana, 6 nel Lazio e 1 in Umbria). In Sardegna si è cominciato all’alba nel Sulcis Iglesiente, nel Cagliaritano e in Gallura.

Si tratta di una maxi operazione antiriciclaggio, con oltre quaranta indagati, messa in atto con la collaborazione dei finanzieri del comando provinciale di Cagliari diretto dal colonnello Germano Caramignoli e coordinati dal tenente colonello Vito Casarella.

I reati contestati agli indagati sono associazione a delinquere finalizzata alle truffe e al riciclaggio. La banda, scoperta dai finanzieri di Iglesias, e al quale si contesta una truffa di oltre un milione e mezzo di euro, era composta da sulcitani, cagliaritani, olbiesi, rumeni. C'è la massima riservatezza sugli sviluppi relativi all'attività del gruppo che contava sulla collaborazione di cittadini rumeni esperti nella clonazione di carte di credito e nelle truffe via internet. Le truffe venivano effettuate ai danni di banche, finanziarie e agenzie di viaggi. Gli investigatori hanno scoperto oltre cinquecento operazioni illegali. Le truffe sono state possibili a causa di un bug, un vuoto nel circuito interbancario telematico nazionale, nell'ambito della convenzione check truncation cioè un procedura che consente alle banche negoziatrici di gestire il pagamento degli assegni fino a 5 mila euro di importo e gli assegni circolari inviando alla banca trattaria (quella che dovrebbe pagare l'assegno) un messaggio elettronico contenente i dati contabili del titolo, ma non materialmente l'assegno.

Nel caso delle finanziarie per esempio l'autore della truffa richiedeva un finanziamento presentando cud falso e documenti contraffatti. Una volta ottenuta l'erogazione della somma su rapporto bancario appositamente acceso per l'operazione iniziavano i prelievi del contante dallo stesso conto e in pochi giorni il denaro illecitamente acquisito entrava nella disponibilità dell'organizzazione. Le indagini sono tuttora in corso da parte della Guardia di Finanza di Iglesias per stabilire le eventuali responsabilità in carico ai funzionari preposti alla vigilanza degli enti creditizi e volte ad individuare la restante rete di complicità che ha consentito la vastità del fenomeno.

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