La Nuova Sardegna

No alle basi: 12 feriti negli scontri

No alle basi: 12 feriti negli scontri

Decimomannu, protesta contro le servitù militari: black-bloc e tafferugli con le forze dell’ordine

12 giugno 2015
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DECIMOMANNU. Dodici feriti: tra loro otto poliziotti, alcuni dei quali lievemente e altri con contusioni più serie, e quattro carabinieri raggiunti dalle pietre lanciate dai manifestanti, molti dei quali con i volti coperti e simili nelle azioni ai black bloc. È finita così la manifestazione contro le basi militari che si è svolta a Decimomannu, organizzata dall’associazione “No basi né qui né altrove”. Alcune centinaia di persone hanno manifestato per chiedere la chiusura della base aerea di Decimomannu e dire no alle esercitazioni militari. L’appuntamento era nato in seguito all’annuncio che nella base sarebbero state ospitate le esercitazioni della Starex (Sardinia Tactical Air Range Execise). L’Aeronautica militare la settimana scorsa ne ha annunciato la cancellazione e comunicato che anche la prossima esercitazione internazionale «Trident Juncture 2015» è stata riprogrammata in Sicilia. Fra i manifestanti, anche rappresentanti del comitato Gettiamo Le Basi, associazioni militariste, Cagliari Social Forum, Comitato No Nucle e Sardinia Natzione Indipendentzia, fra cui il coordinatore Bustianu Cumpostu.

Alta tensione. Il clima si è surriscaldato nella tarda mattinata. Alcuni dei partecipanti, durante la simbolica passeggiata attorno al perimetro dell'aeroporto, avrebbero oltrepassato il confine dell'area militare, provocando così l'intervento delle forze dell'ordine. Un'azione coordinata, secondo le forze dell’ordine, di gruppi composti da poco meno di cento antagonisti e anarchici, vestiti di scuro, tra cui anche una ventina di persone arrivate dalla Penisola, avrebbe tentato in punti diversi e contemporaneamente di entrare nella base. I gruppi sono stati fronteggiati da polizia e carabinieri. Dai manifestanti sarebbe partita una sassaiola alla quale le forze dell’ordine hanno risposto con cariche di alleggerimento, La polizia, con il vicequestore vicario Ferdinando Rossi e i dirigenti della Digos Alfonso Polverino e della Scientifica Domenico Chierico, e i carabinieri sono riusciti a fermare il gruppo di ragazzi che, vestiti di nero e a volto coperto, volevano introdursi nella base di cui i manifestanti avevano chiesto la chiusura.

Reazioni. «Saremo inflessibili nel perseguire i responsabili di tali ignobili atti di violenza contro le forze di polizia, e ne chiederemo l'arresto». Sono le parole del questore di Cagliari, Filippo Dispenza, che rivolge «un plauso va a tutti gli agenti di polizia, i carabinieri, gli ufficiali, i funzionari impegnati nei servizi di oggi che con una azione intelligente hanno evitato gravi incidenti – ha detto il questore – ritengo intollerabile questo attacco alle forze dell'ordine. Tutti coloro che saranno identificati saranno deferiti all'autorità giudiziaria e chiederemo l'arresto per coloro i quali si sono macchiati degli episodi di violenza più gravi». E Dispenza ha aggiunto: «Le forze di polizia operano per garantire a tutti i cittadini l'esercizio dei diritti previsti dalla Costituzione, compreso quello di manifestare pacificamente e non possono essere oggetto di atti di violenza di alcun genere.

Interviene anche il Fronte Indipendentista Unidu, presente al corteo: «Dopo gli ambigui comunicati dell'Aeronautica, le menzogne su esercitazioni inventate dai sardi , abbiamo assistito alla chiusura del cerchio. I manifestanti hanno subito un attacco gratuito da parte delle forze di occupazione italiane schierate a difesa della Base. Denunciamo l'attacco dello Stato e richiamiamo il nostro Popolo alla massima attenzione e mobilitazione, esprimiamo solidarietà al manifestante fermato da parte della polizia. I manganelli italiani non fermeranno il riscatto della Sardegna»

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