La Nuova Sardegna

Niente più mattanze: ora il tonno finisce nelle gabbie di Malta

di Simone Repetto
Niente più mattanze: ora il tonno finisce nelle gabbie di Malta

Carloforte, gli animali appena catturati saranno trasferiti Gli imprenditori: raggiunta la quota prefissata ma non basta

19 luglio 2015
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CARLOFORTE. Stanno per partire i gabbioni galleggianti alla volta delle acque maltesi, con i tonni rossi vivi catturati tra Isola Piana e Portoscuso.Stagione di pesca comunque difficile: correnti e venti non propizi. Seppure in ritardo, la quota assegnata dal Ministero alle tonnare (194 tonnellate, circa l'8 per cento rispetto al monte nazionale) è stata raggiunta. Ma secondo gli imprenditori del settore non è sufficiente. Ci vorrebbero almeno 100 tonnellate a tonnara, oppure 300 tonnellate in tutto.

Eppure, in passato, si è lavorato facendo mattanze anche con una quota minore (in valore assoluto) rispetto ad oggi, senza che l'attività chiudesse bottega. Il motivo sostanziale delle difficoltà odierne è però l’andamento sul mercato mondiale del tonno rosso, sempre più dipendente dagli allevamenti marini (“tuna farms”, come quelli di Malta), dove il prodotto è disponibile a richiesta. Piega comunque che porta profitti anche alle tonnare di Carloforte e Portoscuso: il tonno viene venduto a un buon prezzo quando entra vivo nel gabbione adiacente la camera della morte. Paga l'intermediario spagnolo, che si occupa di nutrire i pesci e portarseli via a quota raggiunta. Per chi gestisce le tonnare, un guadagno più facile rispetto alle mattanze, dove ci sarebbe da assumere più personale, fare i conti con più seccature e trovare idonei sbocchi di mercato per la vendita.

La principale conseguenza della situazione è che in loco, tonno rosso di tonnara se ne vede di rado, costa molto e in pescheria (pure nei ristoranti) si trovano esemplari pescati altrove, con tanti saluti alla secolare tradizione e al prodotto “identitario” che viene celebrato in eventi quali il Girotonno.

All'orizzonte, per gli imprenditori delle tonnare sulcitane (le uniche autorizzate a pescare in Italia e tra le poche ancora parte in tutto il Mediterraneo), ci sono a ogni modo segnali positivi.

Secondo quanto stabilito dagli accordi internazionali, le quote di pesca per i prossimi anni aumenteranno, considerando la crescita degli stock ittici del bluefin tuna in Mediterraneo. Già scritte le possibilità di cattura per le tonnare: 232 tonnellate nel 2016 e quasi 280 nel 2017, salvo revisioni e variazioni. Ma quanto tonno pescare, in che modo e che tipo di indotto generare (occupazione e vendita nei mercati locali compresi), tutto questo sarà sempre una scelta arbitraria di chi fa impresa per generare utili.

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