La Nuova Sardegna

il resort bloccato dal pastore ovidio marras

Capo Malfatano, via al processo

Capo Malfatano, via al processo

Cinque imputati tra cui due avvocati di Roma, disposte le perizie

19 settembre 2015
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CAGLIARI. È partito con la consueta raffica di questioni procedurali respinte il processo nato dal caso di Ovidio Marras, l'anziano allevatore che si è opposto da solo alla costruzione di un gigantesco resort a Capo Malfatano. Paralizzato dalle decisioni dei giudici amministrativi il progetto Sitas, l’edificazione del retrospiaggia di Tuerredda, si sono presentati al giudizio del tribunale presieduto da Claudio Gatti i cinque protagonisti del presunto tentativo di "aggiustare" il progetto illegittimo con una variante, che avrebbe consentito all'impresa di realizzare sino in fondo la grande struttura ricettiva. Ma per portare a termine l'operazione era indispensabile una gara d'appalto, con la quale il comune di Teulada avrebbe affidato la consulenza legale sulla variante al progetto Malfatano proposta dalla Sitas. Per l'accusa l'amministrazione comunale di Teulada fece elaborare il testo del bando a uno studio associato di avvocati di Roma che poi, guarda caso, la vinse. Il risultato, per l'accusa, fu una consulenza compiacente. Il fatto risale al 19 ottobre del 2012, cinque gli imputati - erano sette, uno è stato prosciolto in istruttoria, mentre il sindaco di Teulada Gianni Albai è deceduto -, le accuse sostenute dal pm Daniele Caria sono di turbativa d'asta e di violazione del segreto della gara. Sono il dirigente responsabile dell'urbanistica a Teulada Ovidio Alberto Urru, il segretario comunale Siro Podda, l'ingegnere cagliaritano Giampaolo Gamberini, titolare della Sting Engeenering srl, e gli avvocati romani Francesco Caso e Giuseppe Ciaglia.

A denunciare quella che fin dall'inizio era apparsa come una scelta anomala dell'amministrazione di Teulada è stato il Gruppo di Intervento giuridico, partito dall'avviso di aggiudicazione dell'appalto, pubblicato in municipio il 19 ottobre 2010. Bloccati dalla Forestale alcuni lotti del piano per edificare nell'area di Tuerredda-Malfatano, la società Sitas aveva presentato una proposta di variante, con spostamenti di volumetrie e variazione delle altezze dei fabbricati, che l'amministrazione Albai s'era trovata costretta ad esaminare. Da qui l'idea: un incarico di consulenza a un legale che insieme a un ingegnere urbanista esaminasse e risolvesse la questione. Consulenza costosa: 185 mila euro più iva, cifra che rende obbligatoria la gara pubblica. Così, dopo una sequenza di verifiche e di intercettazioni telefoniche, il pm Caria era piombato di persona a Roma insieme alla Finanza, nello studio dei due legali, per coordinare la perquisizione che ha fatto decollare l'inchiesta. Esclusa una consulenza di parte sul testo del bando, il 7 ottobre verrà affidata una perizia sulle conversazioni agli esperti Sergio Lixi e Carlo Corona. Il processo andrà avanti il 25 novembre con l’esame dei testi d’accusa. (m.l)

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