Saremar, ora è sciopero della fame
Dopo le lettere di licenziamento scatta la protesta dei dipendenti della compagnia
LA MADDALENA. Non lasceranno a terra i passeggeri sulle tratte La Maddalena-Palau e Santa Teresa Bonifacio. Gli equipaggi Saremar resteranno al lavoro a bordo dei traghetti, ma inizieranno lo sciopero della fame. Una forma di protesta forte, ma responsabile. Niente cibo per manifestare la propria rabbia contro la decisione della Regione di affondare la compagnia di navigazione. Nei giorni scorsi i dipendenti Saremar hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Tutti a terra dal 31 dicembre. Missive attese, ma che fanno ugualmente male. Perché danno concretezza alla parola fine, alle incognite del domani. Solo pochi giorni per attutire il colpo e i lavoratori del mare della quasi ex compagnia regionale sono scesi di nuovo in campo per combattere. «Vista la determinazione della Regione nel portare al definitivo fallimento la società da lei gestita con il conseguente licenziamento, già comunicato, a tutti i dipendenti – si legge nella nota dei marittimi –, da lunedì i lavoratori Saremar attualmente in servizio sulle linee La Maddalena-Palau e Santa Teresa-Bonifacio hanno deciso di attuare lo sciopero della fame come forma di protesta».
167 i marittimi che perderanno il lavoro. La Saremar cesserà di esistere il 31 dicembre. Gli occhi sono adesso puntati sul nuovo bando per il collegamento con le isole minori che potrebbe subire un ritardo. Secondo la Filt Cgil potrebbe essere una buona notizia. Perché darebbe il tempo alla Regione di inserire la clausola sociale a tutela dei dipendenti della Saremar per la costituzione di una apposita divisione marittima Arst. Qualche giorno fa sulla vertenza e sui licenziamenti era intervenuto il deputato di Unidos Mauro Pili. “Le lettera di licenziamento – aveva detto – sono un fatto di una gravità inaudita, ancora di più perché si tratta di dipendenti pubblici con anche 35 anni di servizio”.