La Nuova Sardegna

Per la Saremar altri 5 mesi di vita

Per la Saremar altri 5 mesi di vita

L’assessore Massimo Deiana ottiene una proroga dall’Ue fino a marzo 2016

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CAGLIARI. La Regione non ha perso la rotta e per ora riesce a far galleggiare la Saremar per altri cinque mesi. L’assessore ai Trasporti Massimo Deiana è stato più forte dei burocrati di Bruxelles. Ha ottenuto una proroga per far continuare il servizio di collegamento con le isole miniori alla compagnia al 100 per cento della Regione. «Oggi abbiamo ottenuto un sostanziale via libera della Commissione Europea alla richiesta di prosecuzione dell’attività di Saremar sino al primo trimestre 2016 – spiega Deiana –. L’ok è arrivato al termine dell’incontro tenuto a Bruxelles tra la delegazione della Regione e l’Unità aiuti di Stato della Direzione generale “Concorrenza”». Saremar potrà continuare a esistere fino al 31 marzo.

La Regione si è presentata con i delegati della rappresentanza italiana in Commissione e con i dirigenti della Presidenza e dell’assessorato. Con loro i vertici della compagnia di navigazione e i consulenti legali ed economici. «Abbiamo illustrato ai funzionari dell’Ue il processo già compiuto per il recupero dell'aiuto di Stato – continua Deiana –. Ci sono state date rassicurazioni sulla possibilità di continuare con il servizio di collegamento marittimo sino al 31 marzo del prossimo anno, come da noi richiesto». Una boccata di ossigeno in una vertenza molto complicata. Questo ulteriore periodo di attività di Saremar permetterà di portare a termine il complesso iter del bando per l’affidamento delle tratte con le isole minori. «Nello stesso tempo – continua Deiana – garantirà la continuità del rapporto di lavoro con tutti i dipendenti della società. La Commissione europea ha apprezzato la correttezza dell’operato delle autorità nazionali e regionali. L’Ue ha ribadito la necessità di continuare sulla linea della trasparenza e della massima divulgazione delle notizie che riguardano la liquidazione della compagnia. La Saremar è oggetto di una procedura di infrazione per aver ricevuto illegittimamente aiuti di Stato». O almeno questa è la posizione dell’Europa che ha costretto la Saremar a restituire 10 milioni di euro ricevuti dalla Regione. Soldi finiti nelle casse ai tempi dell’avventura della Flotta Sarda per ripianare i bilanci. E considerati dall’Europa aiuti sleali. Ma la Saremar non ha le risorse per restiture una simile cifra, da qua l’inevitabile percorso che ha portato la società al crack.

Ora la Regione, costretta anche a mettere le rotte a bando, si è attivava per salvare i posti di lavoro. Deiana ha ribadito «che una clausola di salvaguardia nella procedura di gara consentirà il riassorbimento del personale. Opportunità che riguarderà tutti i lavoratori a tempo indeterminato, esclusi quelli che avranno maturato i requisiti per il pensionamento – conclude Deiana –. Il nuovo gestore delle tratte dovrà attenersi a questo obbligo alla luce di un piano industriale sostenibile e di un investimento adeguato». Ma il futuro per la Saremar non è mutato.

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