La Nuova Sardegna

Abbanoa, dialogo coi sindaci ribelli

Abbanoa, dialogo coi sindaci ribelli

La norma della legge sulla green economy dà la possibilità di trovare un accordo

23 dicembre 2015
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CAGLIARI. Il confronto complicato con i 27 Comuni ribelli si è trascinato in questi mesi. Da una parte Abbanoa e gli oltre 300 centri dell’isola che sono entrati nella spa che gestisce l’acqua, dall’altra i Comuni che non sono rimasti fuori dalla società. Sulla carta una scelta che non poteva essere fatta. Almeno secondo Abbanoa. Un braccio di ferro che rischia di trasformarsi in una infinita contesta giudiziaria. Ma potrebbe essere arrivata dal Senato una norma, contenuta all’interno di una legge, che potrebbe portare a una soluzione.

La norma contiene riferimenti importanti legati alla riforma delle Autorità di Bacino. Si ipotizzano e alcune possibilità di gestione autonoma per i Comuni con approvvigionamento idrico da fonti proprie. Così cita l’articolo 62 della legge sulla Green Economy approvata dal Senato. «La norma apre una possibilità di dialogo con alcuni Comuni che adesso non aderiscono ad Abbanoa – spiega l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda –. In particolare con quelli che utilizzano fonti proprie in determinati contesti ambientali. Adesso l'Ente d'Ambito, l’Egas, ha uno strumento operativo per dirimere una tensione che dura da troppo tempo. La Regione ha sempre tenuto aperto il dialogo con questi Comuni, proprio facendo affidamento sulla norma in itinere. Oggi la strategia del dialogo e non dello scontro ha uno strumento di soluzione in più. Mi adopererò perché tempestivamente il presidente dell'associazione dei Comuni indipendenti, il sindaco di Paulilatino Domenico Gallus, venga convocato per definire la materia».

Un’apertura che potrebbe portare a una soluzione concordata tra Abbanoa e Comuni, con la regia della Regione. Proprio grazie alle norme contenute nella legge. I centri che si rifiutano di confluire in Abbanoa hanno mantenuto la loro autonomia idrica. Ma per la Regione c’è un aspetto legato alle infrastrutture che può essere gestito solo da un ente unico e non da singoli comuni. Da qui l’origine dello scontro.

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