Estate senza Ryanair: caccia alle altre compagnie
La battaglia del Comitato che ha istituito il Fondo economico: la raccolta ha raggiunto l’obiettivo. Via alle trattative per collegare Alghero alle mete turistiche: in testa Spagna, Francia e Germania
SASSARI. Riaprire le porte chiuse all’improvviso da Ryanair, tamponare le falle di una rete di collegamenti finita a brandelli. Non sarà semplice, ci vorrà tempo per coprire il vuoto lasciato dalla compagnia low cost irlandese. Che dal 1 aprile avvierà l’operazione smobilitazione dall’aeroporto di Alghero e, in misura minore da Cagliari: antipasto di quello che accadrà il 1 novembre, quando la base algherese non esisterà più e resteranno solo 3 collegamenti per la Penisola. Ryanair non torna indietro, di sicuro non per l’estate. Ma il Nord Ovest non ci sta a vestire i panni dell’orfano inconsolabile. Il mondo delle imprese guarda avanti e lo fa insieme a Sogeaal, la società di gestione dello scalo algherese. Il fondo economico sul trasporto aereo prende quota, grazie anche all’adesione di partner di peso. Top secret la cifra raccolta da “Destinazione Sardegna”, ma sembra di intuire che il milione di euro sia stato raggiunto.
La strategia. Oggi la raccolta, partita a fine dicembre, finisce. Ma solo in teoria. Perché il sistema, ideato dalla Federalberghi algherese e dalla Camera di Commercio del Nord Sardegna, resta in piedi. Il fondo si trasforma in un progetto stabile che punta ad avere voce in capitolo, insieme alla Sogeaal e alla Regione, nella programmazione del trasporto aereo dall’aeroporto Riviera del Corallo. Intanto però si può già festeggiare: «La cifra raccolta – spiega Stefano Visconti, presidente di Federalberghi Confcommercio Nord ovest – ci consente di sederci al tavolo delle trattative e iniziare a ragionare sul presente e a programmare il futuro».
Estate senza Ryanair. Il primo obiettivo è l’estate. Impossibile ricucire il rapporto con Ryanair: «È altamente improbabile, se non impossibile – dice Visconti – convincere la compagnia ad annullare i tagli annunciati». Se l’estate è andata, il dialogo con gli irlandesi comunque non si interrompe: «Puntiamo a ragionare sulla programmazione invernale, a evitare cioè lo smantellamento della base di Alghero dal 1 novembre e i tagli conseguenti che sarebbero molto impattanti. Ma per raggiungere un accordo bisogna essere in due, si tratta di capire se Ryanair andrà avanti nel suo proposito di ridimensionare in maniera così significativa la sua presenza in Sardegna, bacino evidentemente giudicato meno redditizio rispetto ad altri».
Nuovi partner. Il calendario corre veloce e i tour operator chiedono certezze. Tra un mese la Spagna non sarà più collegata con l’isola da Ryanair, che ha già cancellato l’autunno scorso il volo da e per Parigi. Ma anche una vasta porzione della Germania è esclusa dalla summer 2016 algherese. Ricucire i rapporti è la priorità. E il dialogo con le compagnie mette al primo punto della discussione la necessità di portare turisti nell’isola: «È evidente che non possiamo essere interessati a collegamenti con mete non funzionali ai mercati turistici – spiega Visconti – per questo insieme a Sogeaal cerchiamo di convincere i vettori a coprire i buchi lasciati da Ryanair». Il presidente di Federalberghi fa l’esempio proprio della Francia: «In passato i tour operator sceglievano soprattutto la Tunisia e l’Algeria, le colonie che d’estate si popolavano di turisti francesi. Ma la situazione internazionale, l’incubo terrorismo, ha modificato gli scenari. Ora i tour operator guardano verso destinazioni nell’area Mediterranea considerate più sicure, e la Sardegna è una di queste se non la principale». Oltre alla Francia si guarda con grande attenzione alla Spagna, perché è necessario mettere una pezza alla cancellazione dei collegamenti per Madrid e Barcellona. «Ma puntiamo a recuperare anche il Nord Europa e una vasta area della Germania, tagliata fuori dall’eliminazione di due rotte».
Il Fondo, missione compiuta. Tra gli imprenditori c’è ottimismo: a credere in “Destinazione Sardegna” sono anche partner molto importanti. Come Conad Tirreno, gigante della grande distribuzione alimentare, Nonna Isa e il colosso Eureka, che applica sconti sugli ordinativi da convertire in bonifici sul Fondo. La cifra raccolta lievita: grazie a questo, al tavolo delle trattative il progetto Nord Ovest acquista peso e credibilità.
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