La Nuova Sardegna

In fuga con 11 milioni

di Luca Fiori
In fuga con 11 milioni

L’assalto armato alla Mondialpol: il bottino-record nei sacchi d’un panificio

02 marzo 2016
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SASSARI. L'inferno è scoppiato alle 19.52. Le attività della zona di Caniga e i vicini centri commerciali di Predda Niedda, alla periferia di Sassari, erano ancora aperti lunedì sera, quando il commando di circa quindici persone ha preso d'assalto la sede della Mondialpol Sardegna, considerato fino a due giorni fa un bunker inespugnabile. I malviventi hanno mostrato una preparazione militare sin dal momento dell'arrivo sul luogo della rapina, fino alle fasi della fuga che non ha avuto intoppi. Dopo aver seminato il terrore per una decina di minuti dentro la sede della società di vigilanza e nel piazzale antistante in terra battuta, i banditi hanno caricato i sacchi pieni di denaro su un furgone Ducato bianco e poi sono fuggiti con un bottino di quasi undici milioni di euro.

Tutto in 10 minuti. Il commando armato è arrivato a Caniga dalla zona industriale di Predda Niedda, dove molto probabilmente i malviventi hanno atteso il momento giusto per entrare in azione. Dopo aver sfilato davanti alla motorizzazione civile la carovana - composta da tre auto che facevano da apripista, un autorimorchio servito per trasportare l'escavatore e due furgoni - è arrivata sino al piazzale di fronte alla sede della Mondialpol, l’istituto di vigilanza specializzato nel trasporto e la custodia di valori, con base a Como e diverse succursali sparse soprattutto nel Nord Italia. La sfilata dei mezzi utilizzati dal commando è stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso della autosalone Schintu che si trova a pochi metri di distanza dal piazzale in cui lunedì sera c’è stata la tempesta di fuoco. Dopo la rapina i malviventi si sono allontanati a bordo di due auto e del furgone Ducato, ritrovato bruciato ieri mattina nelle campagne di Alà dei Sardi. L’azione è stata fulminea.

L’azione. Il commando si è subito diviso in due gruppi e ciascuno dei componenti della banda ha seguito un copione ben preciso, certamente studiato a tavolino nei minimi dettagli. Mentre l'escavatorista buttava giù il cancello d'ingresso e una parte del muro di confine che separa la sede della Mondialpol da una proprietà privata, gli altri banditi hanno scaricato le armi da uno dei mezzi con cui erano arrivati e hanno preso posizione all’esterno. Quando l’escavatore ha demolito un secondo muro di confine e ha creato una breccia sulla parete laterale dell’edificio, sette o otto uomini incappucciati e armati fino ai denti si sono introdotti nella sala conta e hanno iniziato a imbustare denaro, dopo aver messo in fuga le guardie che si trovavano all’interno. Bottino record. Per portare via i contanti i malviventi hanno utilizzato sacchetti di plastica di un panificio. Per alcuni minuti c’è stata un’attività frenetica e una corsa contro il tempo, con i banditi che entravano e uscivano dalla sede della società di vigilanza per caricare le banconote sul furgone pronto a portarli in salvo. Alla fine si sono fermati a quasi 11 milioni di euro. Il colpo, unico nel suo genere nell’isola, avrebbe potuto fruttare ancora di più, se solo il tempo lo avesse consentito. Nella sala dove ci sono le casse di conteggio i malviventi hanno lasciato infatti molto denaro che non hanno fatto in tempo a portare via.

Pioggia di fuoco. Nel piazzale l’altra metà del gruppo armato aveva il compito di sparare all’impazzata in modo da scoraggiare sul nascere qualsiasi tentativo di reazione da parte dei vigilantes e di tenere lontano gli uomini delle forze dell’ordine che dopo l’allarme si stavano avvicinando sul posto. La raffica a colpi di kalashnikov Ak 47 e di fucili a pompa ha lasciato sul terreno centinaia di bossoli, poi raccolti e repertati dagli investigatori della Scientifica. I malviventi hanno crivellato di colpi il muro giallo della sede Mondialpol e sparato senza pensarci anche contro le finestre e - ad altezza d’uomo - verso le uscite, in modo che nessuno potesse pensare di affacciarsi e rispondere al fuoco. Ai dipendenti della società di vigilanza non è rimasto altro che cercare riparo nei bagni in attesa che la pioggia di proiettili terminasse e i banditi andassero via.

Auto e furgone in fiamme. Prima della fuga il commando ha dato fuoco a una Nissan, una delle auto rubate che erano state utilizzate per arrivare a destinazione. Nel piazzale in terra battuta è rimasto anche un Doblò Fiat rosso con il portabagagli aperto: il furgoncino, anche quello rubato, con cui erano state trasportate le armi. Il Ducato bianco e altre due auto si sono allontanate a tutta velocità, pochi istanti prima che nella zona arrivassero un centinaio di uomini delle forze dell’ordine. Il commando è riuscito ad allontanarsi indenne e, certamente tramite strade secondarie, ha raggiunto le campagne di Alà dei Sardi. È lì che ieri mattina è stato trovato bruciato il furgone usato per la fuga ed è lì che probabilmente erano state lasciate delle auto “pulite” per il rientro alla base.

Le indagini. La caccia all’uomo è partita immediatamente. Gli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Bibiana Pala, hanno avviato una serie di attività tecniche estese a tutta l’isola, coordinate dal sostituto procuratore Cristina Carunchio. Il commando, composto quasi certamente da sardi, potrebbe aver commesso qualche errore o lasciato qualche traccia. Non si può escludere che all’interno della Mondialpol ci fosse una talpa che ha fornito le informazioni per pianificare l’assalto. Sono le ipotesi che stanno togliendo il sonno agli investigatori.

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