La Nuova Sardegna

Asl unica, un altro mese per l’approvazione

La maggioranza di centrosinistra in fibrillazione trova l’accordo sul rinvio. Prorogati i commissari

17 giugno 2016
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CAGLIARI. Il compromesso nel centrosinistra sull’Asl unica è stato siglato. La riforma slitterà di un mese, a fine luglio, e martedì 28 il Consiglio regionale voterà la proroga dei commissari, mentre della legge comincerà a discutere la settimana successiva. Nel frattempo ci sarà almeno un vertice di maggioranza per definire le correzioni e migliorare una bozza che ha scatenato un mare di polemiche. Si è chiusa così la settimana più tormentata della giunta Pigliaru da quando è stata eletta, due anni e mezzo fa. La crisi è stata sfiorata in questi giorni dopo l’attacco di Sel e poi di otto consiglieri (dall’elenco pubblicato ieri mancava Eugenio Lai di Sel) decisi a ottenere più tempo per discutere la mappa della sanità. Fra le tante voci che circolano c’è soprattutto questa: i partiti vogliono ridimensionare e di molto i poteri del manager dell’Azienda unica, già ribattezzato “dittatore (e non direttore) generale” proprio per il peso che avrà dal 31 luglio in poi. In comunicato il Centro democratico ha fatto sapere: «Il tempo in più che abbiamo la maggioranza dovrà utilizzarlo soprattutto per entrare nel merito del testo proposto dalla Giunta». Se la crisi è stata sfiorata, pare certo che appena superato lo scoglio del voto la maggioranza sarà impegnata subito dopo in un non facile rimpasto degli assessori in Giunta. Come finirà? È un mistero, anche se già da ieri in Consiglio il presidente Francesco Pigliaru era impegnato in diversi incontri.

L’opposizione. Da Forza Italia ai Riformatori: il centrodestra si è scatenato dopo aver saputo del rinvio. Per Pietro Pittalis (Fi) «siamo arrivati al preavviso di sfratto per Pigliaru, finito in minoranza nella sua stessa coalizione». Secondo Ugo Cappellacci (Fi) «il rinvio è un’altra foglia di fico e le contraddizioni continuano a saltare fuori». È una maggioranza in evidente stato confusionale, ha commentato Paolo Truzzu (Fdi). Con Stefano Tunis (Fi) che ha rincarato l’accusa: «La Giunta non è riuscita a portare a casa il topolino partorito». Anche per Ignazio Locci (Fi) «il governo della Regione non ragiona di politiche sanitarie ma è preoccupato solo a garantire gli equilibri su cui si regge a malapena». È una maggioranza che si è sciolta al sole, ha detto Marco Tedde (Fi). Fino alla chiusura dei Riformatori con Michele Cossa e Attilio Dedoni: «Il caos regna sovrano nella sanità e il centrosinistra fa di tutto per aumentarlo».

I sindacati. Cgil, Cisl e Uil parlano di un possibile futuro caos che finirà per essere scaricato sul personale della sanità pubblica . «Senza un chiaro piano socio-sanitario – hanno scritto in un comunicato – è sempre più forte il rischio dell’inevitabile declino d’interi territori». Come dicono da sempre, le segreterie regionali sono convinte che «il nuovo schema lasci troppi Comuni senza una sanità accettabile o addirittura con servizi chiusi all’improvviso». I sindacati si dicono pronti alla mobilitazione per replicare a «un modello, quello dell’Asl unica, che non entra nel merito di quale fine faranno gli ospedali pubblici ma si occupa solo della gestione senza però affrontare il tema decisivo: come potrebbero essere migliorati gli standard della sanità».

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