Cinquestelle in onda, ma è polemica
La tv ritrasmette, ma i 23 dipendenti sono a casa. Protesta di Cisl e Assostampa
OLBIA. Cinquestelle Sardegna riaccende il segnale. Ma è una buona notizia solo sulla carta. I 23 dipendenti licenziati dall’editore Gianni Iervolino restano a casa. Sul canale dell’emittente, storica voce dell’isola, giornalisti e tecnici non trovano posto. A occupare l’intero palinsesto ci sono le trasmissioni di Radio Internazionale della società International, altra azienda del gruppo Iervolino. Un’anomalia che ha riacceso la battaglia sindacale. Al fianco di giornalisti e tecnici ci sono Assostampa e Cisl.
La radio tv. Il segnale del canale 11 del digitale terrestre è ricomparso qualche settimana fa. Ma dei giornalisti che per anni hanno raccontato la Sardegna non c’è traccia. In video solo il direttore di Radio Internazionale Maria Pintore con gli ospiti delle sue trasmissioni on air.
I dubbi. La Tesar, società proprietaria di Cinquestelle, è in regime di concordato in continuità. Lunga la lista dei creditori che hanno presentato il conto a Iervolino. In cima i dipendenti. 23 tra giornalisti e tecnici che aspettano il pagamento di 11 stipendi arretrati. «La continuità aziendale può essere fatta solo con la società Tesar e i suoi dipendenti – sollevano i dubbi lavoratori e sindacati –. L’intero palinsesto è invece coperto da un’altra società, sempre di Iervolino, con i suoi dipendenti. Nulla di più illegittimo». I sindacati hanno chiesto al commissario liquidatore Fabrizio Oronti di fare chiarezza. Vogliono sapere se International paga per trasmettere su Cinquestelle. E se questo avviene dove finiscono i soldi. «Se invece la radio viene ospitata gratuitamente vorremmo capire se sia possibile una operazione di questo tipo in regime di continuità – aggiungono gli ex lavoratori –. La riaccensione del canale dovrebbe permettere alla Tesar di incamerare soldi per pagare i creditori».
Dalle notizie in possesso dei sindacati Iervolino avrebbe venduto alcune frequenze di Radio Internazionale. Operazione da mezzo milione di euro. Soldi reinvestiti però altrove, non usati per pagare i creditori. Il timore è che la trasmissione dei programmi di Radio Internazionale sulla frequenza di Cinque stelle serva per darle una dimensione regionale, caratteristica persa con la vendita di una parte delle frequenze e requisito necessario per accedere ai finanziamenti della Regione.
Cisl e Assostampa all’assalto. «Insieme ad Alberto Farina della Cisl abbiamo illustrato le nostre perplessità al commissario, del tutto all’oscuro di quanto sta accadendo – dichiara Celestino Tabasso, presidente Assostampa –. La situazione mostra evidenti profili di anomalia e illegittimità. Mi sembra l’ultimo capitolo di una storia di stranezze, che può diventare al massimo una saga di bizzarie. Credo che la Gallura non solo meriti un editore serio, ma possa anche esprimerlo. Che i colleghi giornalisti e i tecnici meritino di poter fare il loro lavoro. E la Gallura e la Sardegna meritino il pluralismo dell’informazione. Si possono anche proporre situazioni bizzarre, ma alla fine sono certo che vinceranno i lavoratori, l’informazione e la Gallura».