La Nuova Sardegna

Delitti Monni e Masala, Orune e Nule: «La violenza va sconfitta, dite dov’è Stefano»

di Pier Luigi Piredda
La sorella e le zie di Stefano Masala
La sorella e le zie di Stefano Masala

Consiglio comunale congiunto delle due comunità sconvolte dagli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala : dobbiamo stare uniti

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ORUNE. «Non possiamo essere abbattuti da quella mano criminale che ci ha reso protagonisti di questo incontro. Le nostre comunità devono trovare la forza di reagire per sconfiggere la violenza e poi riprendere insieme quel cammino di civiltà e amicizia che le ha sempre contraddistinte. È fortissimo il legame tra Nule e Orune e nulla potrà mai spezzarlo. Chi sa qualcosa sulla fine di Stefano deve mettersi una mano sulla coscienza e parlare. Le nostre comunità non potranno trovare pace fino a quando il corpo di Stefano Masala non avrà una tomba sulla quale i parenti potranno piangere e depositare un fiore».

Parole forti quelle pronunciate da Michele Deserra, sindaco di Orune e Giuseppe Mellino, sindaco di Nule, in apertura del Consiglio comunale congiunto tra le due amministrazioni, svolto nella gremita sala consiliare del Comune di Orune. Ma senza dimenticare Gianluca Monni, lo studente diciottenne assassinato nella via principale di Orune la mattina dopo la scomparsa di Stefano. Un incontro cercato per oltre un anno e finalmente realizzato. Un momento importante per due comunità devastate dal dolore per la perdita in maniera tragica di due giovani.

«Aiutateci, vi prego – ha trovato la forza di dire la zia paterna di Stefano Masala, alla fine del consiglio comunale, con accanto in lacrime una delle sorelle del giovane scomparso e un’altra zia di Stefano, attorniate da tanti orunesi che hanno voluto abbracciarle e manifestarle il loro affetto –. Parlate. Diteci dov’è Stefano?Fateci almeno ritrovare il suo corpo». Un appello accorato quello dei familiari di Stefano, arrivati a Orune insieme ai componenti del consiglio comunale e qualche abitante del paese del Goceano. Appello che ha ricalcato quello fatto dal sindaco di Orune nel suo intervento di apertura e poi reiterato dal primo cittadino di Nule.
 
«Dov’è Stefano? Non si può continuare a vivere con questo terribile interrogativo – ha sottolineato Michele Deserra -. Fatelo ritrovare. La famiglia deve riaverlo. Orune e Nule sono in attesa di questa notizia. Orune e Nule: due comunità molto legate. Vincoli di parentela, di amicizia e di stima reciproca ci legano in maniera indissolubile da secoli. Questo nostro incontro vuole essere un segnale di distensione tra due comunità che hanno sempre avuto rapporti molto stretti di vicinanza. Continuiamo a riporre la massima fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine – ha concluso il sindaco di Orune –, sperando che prima o poi chi sa qualcosa la dica. Concludo invitando l’amministrazione di Nule e tutta la comunità alla nostre Cortes Apertas il 16, 17 e 18 dicembre».
 
«Siamo due comunità legate da stima reciproca in due realtà molto simili fatte di lavoro, ospitalità e rapporti sociali – ha aggiunto il sindaco di Nule, Giuseppe Mellino –. Nule e Orune hanno sempre viaggiato sottobraccio nella loro storia millenaria e ora sono vittime di due tragedie enormi, che però devono unirci ancora di più». Nel suo intervento, Giuseppe Mellino ha paragonato la tragedia di Stefano Masala a quella raccontata da Omero nell’Iliade. Momenti toccanti.
 
Poi gli interventi di vari amministratori dei due paesi e il grande abbraccio finale: i consiglieri dei due paesi tutti in piedi insieme stringendosi le mani. Mentre i parenti di Stefano non riuscivano a trattenere le lacrime.

 

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