La Nuova Sardegna

Aias, i sindacati si appellano alla Lorenzin

Lettera al ministro per denunciare i ritardi nei pagamenti. E l’azienda avvia procedimenti disciplinari

17 gennaio 2017
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CAGLIARI. Gli ultimi appelli alla Regione, al governatore Pigliaru e all’assessore Arru, sono caduti nel vuoto. Ora i lavoratori Aias-Fondazione Stefania Randazzo, chiamano in causa direttamente il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin. A lei chiedono un intervento decisivo considerato «il grave peggioramento della vertenza e l’assoluta inconcludenza della giunta regionale». Il documento, molto duro, è firmato dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Funzione pubblica. Nino Cois, Davide Paderi e Fulvia Murru denunciano «l’aggravarsi delle situazioni salariali» e puntano il dito contro l’ultima iniziativa dei vertici Aias. Una trentina di lavoratori hanno ricevuto la contestazione di un addebito disciplinare. Si tratta di dipendenti che hanno attivato la procedura prevista dal Codice civile, articolo 1676, per ottenere dalle Asl il pagamento delle spettanze non versate dall’azienda. Da diversi mesi l’Aias paga i compensi versando acconti o il 50 per cento, «al momento le mensilità arretrate sono otto», denuncia Armando Ciosci dell’Usb. I segretari regionali chiedono al ministro Lorenzin di vigilare su quanto sta accadendo perché «un settore così delicato non può essere abbandonato in questo modo. L’utenza e i lavoratori Aias, in un nuovo scenario di Al unica in Sardegna e di scelte orientate al miglioramento di servizi nel territorio, meritano buona politica e scelte decisive». E proprio al manager dell’Ats Fulvio Moirano si rivolgono i rappresentanti sindacali dei lavoratori. «È necessario intervenire in questa lunga e difficile battaglia dei lavoratori per il riconoscimento dei loro diritti – dice Michele Serra della Cgil –. Ora una trentina di lavoratori hanno ricevuto la contestazione per l’applicazione dell’articolo 1676 e stanno rispondendo con una lettera dei loro avvocati. L’azienda li accusa di avere provocato un danno economico e di immagine, ma come è possibile? I lavoratori hanno continuato a prestare servizio anche quando non venivano pagati, siamo noi le prime vittime di questa situazione». Per ora i dipendenti stanno ricevendo rassicurazioni dai legali, che reputano la contestazione da parte dell’Aias inaccettabile e priva di fondamento. I lavoratori sottolineano anche un altro aspetto: «Era stata la Regione, assessorato alla Sanità, a dire alle Asl di pagare i dipendenti», dice Armando Ciosci.

Nel frattempo l’azienda della famiglia Randazzo ha annunciato per oggi il pagamento di una parte degli arretrati dovuti: un acconto dello stipendio di settembre e di quello di ottobre a dipendenti, mentre ai consulenti saranno versate le competenze di novembre. (si. sa.)

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