Giallo Moby Prince, 26 anni dopo il rogo con 140 morti si cerca l’esplosivo
La commissione d'inchiesta sulla tragedia del traghetto Livorno-Olbia bruciato davanti al porto toscano il 10 aprile 1991: a breve la perizia dell'artificiere che dovrà accertare se a bordo del traghetto ci fosse un carico non dichiarato
CAGLIARI. Ventisei anni di bugie e verità che verità non sembrano esserlo mai. Tre processi finiti senza colpevoli e, come se non bastasse, ci sono ancora di mezzo troppi segreti militari.
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Ma fra poche settimane la strage dei passeggeri e dell’equipaggio a bordo del traghetto Moby Prince (10 aprile 1991, porto di Livorno, 140 vittime) potrebbe essere meno misteriosa di quanto lo è stata finora. A farlo capire, seppure con molta cautela, è stato Silvio Lai, presidente della commissione d’inchiesta voluta due anni fa dal Senato per far luce su uno dei tanti, troppi, gialli italiani.
Nell’aula del Consiglio regionale, riunito per commemorare la tragedia, Lai ha detto: «Presto, entro maggio, riceveremo l’ultima consulenza dell’artificiere che dovrà dirci se quella notte il traghetto di linea trasportasse anche un carico non dichiarato alla partenza». Il sospetto c’è: nella stiva devastata dalle fiamme, a suo tempo, i vigili del fuoco trovarono tracce di Semtex. (ua)
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