La Nuova Sardegna

Nuova rete ospedaliera in Sardegna, l’ok prima delle vacanze

Nuova rete ospedaliera in Sardegna, l’ok prima delle vacanze

Vertice di maggioranza di Pigliaru, con l’assessore Arru e gli alleati. L'intesa sul metodo c'è, quella sul merito meno: 60 giorni per trovare l'accordo

09 giugno 2017
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CAGLIARI. Se il clima è davvero cambiato e sta per ritornare la pace nel centrosinistra, stavolta a uscire dal pantano potrebbe essere anche un pezzo importante della sanità. Davanti al governatore Francesco Pigliaru, i consiglieri di maggioranza hanno preso questo impegno: «Entro fine luglio la commissione licenzierà il testo definitivo della riorganizzazione degli ospedali e prima delle ferie l’approveremo in aula». È di sicuro un miracolo, perché è proprio sui posti letto, destinati a essere spostati da un reparto all’altro, che finora il centrosinistra s’è quasi scannato. Non accadrà più, è stato l’accordo raggiunto nel secondo vertice chiarificatore in appena due giorni. La soluzione è stata trovata in questa formuletta: il Consiglio potrà mettere mano alla bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera proposta dalla giunta, mentre finora sembrava blindata, e nel frattempo la commissione sanità – presieduta da Raimondo Perra del Psi – darà il via libera alle linee guida che permetteranno all’Asl unica, al Brotzu e alle due universitarie di preparare il piano con cui dovranno risparmiare diversi milioni. Con in più anche questa clausola, sollecitata più volte dal Partito dei sardi, «i poteri del direttore generale resteranno tecnici e non ci potranno essere scorciatoie perché intervenga sulle prerogative del Consiglio». Una su tutte: la riorganizzazione della rete ospedaliera, appunto.

Ottimismo. Pigliaru dal vertice è uscito soddisfatto: «Abbiamo fatto un importante passo in avanti e sono convinto che da questo momento inpoi anche nella sanità andremo sicuri e veloci fino al traguardo». Certezza ribadita dal presidente Perra: «Abbiamo pronto un fitto calendario di lavori e se rimarremo compatti, possiamo rispettare i tempi che ci siamo imposti». Alla prova dei fatti, le riunioni della commissione dovrebbero cominciare dalla settimana prossima, si capirà se tutti manterranno l’impegno preso. «Ci riusciremo, siamo uniti», ha detto Pietro Cocco, capogruppo del Pd.

Bisturi e cesello. Non dev’essere stato semplice mettere tutti d’accordo. Per esempio sugli effetti del decreto ministeriale che detta le regole sull’apertura e la chiusura degli ospedali, i partiti hanno litigato fino all’altro giorno: cos’è cambiato? Questo: ora «quei criteri saranno applicati solo se non provocheranno danni e disservizi nell’attuale distribuzione dei posti letto», ha assicurato chi ha partecipato all’incontro. Oppure: i piccoli ospedali destinati a essere chiusi, «garantiranno comunque il servizio di pronto soccorso» e «gli interventi di chirurgia semplice, come può essere un’operazione all’appendice o alle tonsille, saranno assicurati comunque in tutte le strutture in attività grazie a equipe itineranti presenti in giorni stabiliti». E questa riorganizzazione potrebbe funzionare soprattutto perché l’assessore alla sanità Luigi Arru ha chiuso un accordo con i sindacati sulla mobilità del personale. Altri particolari sul futuro degli ospedali di La Maddalena, Tempio, Bosa e Ozieri, quelli a rischio, saranno più chiari fra qualche settimana. «Ci sono i margini per ottenere buoni risultati», è stato il commento di Pierfranco Zanchetta, Upc e Augusto Cherchi, Pds.

In pillole. La bozza approvata ormai molti mesi fa dalla giunta prevede: i posti letto da 5.901 scenderanno a 5.790, con un taglio di 111. Gli ospedali di riferimento regionale saranno due: il Brotzu, a Cagliari, e quello Universitario a Sassari. Sempre nell’area del Nord-Ovest, il Civile di Alghero avrà il pronto soccorso, dovranno essere convertiti in «strutture extraospedaliere» il Marino, ad Alghero, e il Segni a Ozieri. In Gallura, l’ospedale del territorio sarà il Giovanni Paolo II, Olbia, da riconvertire Tempio, mentre La Maddalena resterà aperto come struttura di area disagiata. Nel Nuorese, a far da guida sarà il San Francesco, lo Zonchello diventerà «presidio per la riabilitazione» e Sorgono «presidio di area disagiata». È la stessa qualifica prevista per Lanusei, mentre nell’Oristanese sarà capofila il San Martino, da «riconvertire» Bosa. Infine nel Cagliaritano, intorno al Brotzu ruoteranno sette ospedali, con Isili però ancora a rischio.

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