La Nuova Sardegna

Il borgo va in letargo Porto Rotondo chiude per l’inverno

di Dario Budroni
Il borgo va in letargo Porto Rotondo chiude per l’inverno

Gli operatori: nessuna programmazione, zero turisti  Nemmeno le feste natalizie aiutano ad attirare i visitatori

07 gennaio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





PORTO ROTONDO. Se vi dovesse capitare di fare due passi tra i viottoli della Vecchia Darsena potreste imbattervi negli sguardi penetranti di Manuel, Silvia e Balu. Sono i gatti della colonia felina di Porto Rotondo, gli unici in grado di rendere leggermente meno morta la vita in questo dedalo di stradine lastricate che conducono al porticciolo. Per il resto non servono le dita di una mano per contare il numero dei passanti. Eppure il sole colora il mare di azzurro e nel deserto generale le architetture delle case sembrano arricchirsi di nuovi dettagli. Ma Porto Rotondo è fatto così. D’estate bisogna farsi largo tra la folla impazzita, d’inverno l’unico rumore è quello del vento che sferza tegole e balconi. In piazza San Marco, un capolavoro di granito e intonaco color salmone, c’è Maria Grazia Fara. Lei è sassarese e per l’Epifania ha deciso di fare un salto in Gallura. «Ho pranzato in un ristorante di Golfo Aranci – racconta –. Poi sono venuta a Porto Rotondo per un gelato, ma è tutto chiuso. È un peccato, perché anche se è inverno questo posto è bellissimo. Però il prossimo anno ci penserò due volte prima di venire qui...».

Pochi coraggiosi. A Porto Rotondo è quasi tutto chiuso. Hotel, ristoranti, negozi. L’Harris bar, però, è aperto. Quasi un miraggio per chi sogna un caffè o qualcosa da mettere sotto i denti. «Purtroppo in questo periodo dell’anno le cose funzionano così – racconta Nardo Caria, il titolare –. Poi certo, qualcuno ogni tanto passa. Magari il proprietario di una casa o qualche curioso. Ma io lavoro soprattutto con gli operai dei cantieri edili o del porto. Da queste parti si vedono soprattutto loro. Vendo anche le sigarette, anche questo possiamo dire che è un servizio in più». Tante volte Nardo Caria ha sentito parlare di allungamento della stagione. «Beh, sarebbe bello. Ma la vedo dura – confessa dietro il bancone –. Almeno sarà così finché gli hotel di Porto Rotondo resteranno chiusi». In via Belli, che da poco un artista di fama internazionale ha trasformato in opera d’arte, da neanche tre anni c’è una lavanderia, che si chiama Self-service Wash. «È aperta 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno – dice Rita Garau, titolare insieme a Gianfranca Fois –. D’estate si lavora molto, ma anche d’inverno qualcuno viene, magari i proprietari di barca. Penso che sia questa la strada da percorrere: se si tiene tutto chiuso non possiamo pretendere che la gente venga a Porto Rotondo».

La politica del porto. A spasso per il borgo fondato dai Donà dalle Rose si può incontrare anche Luciano Molinas. È dei Molinas di Calangianus, imprenditori del sughero e proprietari del porto. «Noi abbiamo adottato una politica nuova – spiega –. D’estate i posti barca naturalmente hanno il loro costo, ma d’inverno li diamo via a prezzi decisamente ridotti. E così i proprietari arrivano anche da Olbia per lasciare la loro barca a Porto Rotondo. È un modo per generare un indotto nel settore nautico. Se ci sono le barche, c’è anche lavoro per gli altri».

In Primo Piano
Il discorso programmatico

Alessandra Todde in Consiglio regionale: «Da oggi si comincia a costruire il sistema Sardegna»

di Umberto Aime
Le nostre iniziative