La Nuova Sardegna

Emesso il primo “Pecorino bond” da 1,7 milioni di euro

Forme di pecorino (foto d'archivio)
Forme di pecorino (foto d'archivio)

La Cooperativa allevatori Oristano inaugura lo strumento finanziario a sostegno del settore caseario

14 luglio 2018
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ORISTANO. È stato emesso dalla Cao (Cooperatori allevatori di Oristano il primo “Pecorino bond”, l’innovativo strumento finanziario messo a punto dalla Regione insieme a Sfirs per sostenere il settore lattiero-caseario. È stato infatti costituito un paniere di una decina di aziende agroalimentari che emettono minibond a 36 mesi per sostenere il capitale circolante, dando come pegno parziale il pecorino accantonato.

Il bond della Cao è suddiviso in due tranche, la prima da 1 milione e 125mila euro, la seconda da 625mila, per un totale di 1 milione e 750mila euro, entrambe sottoscritte da fondi e investitori esterni privati. Il 20% delle quote è invece sottoscritta dalla Regione per tramite di Sfirs. L’operazione, che vuole essere la prima di altre successive, ha avuto origine dall’accordo con Regione, Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop e Abi Sardegna per le attività di costituzione in pegno del Pecorino, e con operatori nel settore degli investimenti, ed è stata presentata due anni fa all’università di scienze gastronomiche di Pollenzo dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci a una platea di investitori nazionali e internazionali. L’emissione è garantita dal pegno rotativo sul prodotto e da Confidi Sardegna.

«Innovare profondamente per attrarre investitori, consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze – dice l’assessore Paci – attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali, l’applicazione delle nuove tecnologie e di una nuova strategia finanziaria. È una ulteriore operazione, nella quale crediamo molto, per favorire l’accesso al credito delle imprese sul versante dei mercati finanziari in forme innovative e diversificate e per combattere il credit crunch. In questo modo possiamo aumentare il valore complessivo del sistema Sardegna, che vogliamo moderno e capace di essere affidabile».

«Abbiamo iniziato dal lattiero-caseario e, sulla base di questa sperimentazione abbiamo in programma di replicare lo stesso modello anche in altri settori, non solo dell’agroalimentare» dice il presidente Sfirs, Paolo Sestu. L’obiettivo – dice Paci – è ambizioso: «Stabilizzare e dare sicurezza a un settore che è strategico per l'economia della nostra regione ma che è periodicamente in difficoltà a causa delle oscillazioni del prezzo. La qualità del cibo è uno dei punti di forza dell’isola, un valore aggiunto che può fare la differenza nella scelta di turisti e investitori: dunque puntiamo a un agroalimentare di eccellenza, che va aiutato e rilanciato per farne volano di sviluppo e occupazione».



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