La Nuova Sardegna

La Sardegna prima in Italia nella classifica dei suicidi

Claudio Zoccheddu
La Sardegna prima in Italia nella classifica dei suicidi

Nell'isola le percentuali più alte. E aumentano anche i casi di depressione

08 settembre 2018
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SASSARI. Ci sarà il suono di un cuore che batte per ricordare che, in fondo, c’è sempre tempo. Anche quando il baratro sembra ormai spalancato e quando pare che non ci siano ragioni per scegliere un’altra strada. E in Sardegna è quanto mai necessario darsi da fare per prevenire i suicidi perché l’isola è la regione con la percentuale più alta di persone che hanno scelto di farla finita. I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono impressionanti: 20,4 uomini su un campione di 100mila abitanti ha scelto il suicidio come via d’uscita. Le donne sono meno, 4,5 ogni 100mila ma la somma tra i due generi consegna alla Sardegna il poco invidiabile primato di regione italiana con il maggior numero di suicidi, a fronte di una media del sud Italia molto inferiore con 4/5 casi ogni 100mila abitanti.

Domenica in piazza. Si chiama “Datti il tempo. Lavorare insieme per prevenire il suicidio” la manifestazione organizzata in tutta Italia da Telefono amico e che lunedì, in piazza d’Italia a Sassari, cercherà di sensibilizzare i cittadini su un argomento che spesso viene coperto dal silenzio che spesso accompagna un gesto estremo come quello del suicidio. Il 10 settembre, poi, non è una data qualsiasi perché da anni l’Oms della sanità ha dato vita alla “Giornata mondiale per la previsione del suicidio” che viene organizzata in più di 100 Paesi dove si svolgono eventi culturali, conferenze e marce dedicate proprio alla sensibilizzazione sul tema. In Italia Telefono amico ha organizzato appuntamenti a Bergamo, Bolzano, Milano, Modena, Napoli, Padova, Roma, Udine, Venezia e Sassari.

Il flash mob. Saranno i volontari di “Voce amica Sassari” a occuparsi dell’appuntamento sardo che prevede, come nel resto d’Italia, il suono di un tamburo che simula quello del cuore e che parte piano per poi accelerare bruscamente e ritornare sotto ritmo subito dopo. In pratica quello che succede a una persona che si lascia trascinare dalla confusione e dall’agitazione che vivono le persone che sfiorano o che mettono in pratica il pensiero di arrivare fino al punto di togliersi la vita. Il suono del tamburo riempirà piazza d’Italia lunedì prossimo dopo che Voce Amica Sassari aveva curato, nel 2015 e nel 2016 una passeggiata ecologica e, lo scorso annio, il flash mob “Fermati un attimo” sul Ponte di Rosello, sempre a Sassari. «Quest’anno abbiamo deciso che il raduno avvenisse nel salotto buono di Sassari per dare un segnale ancora più forte – spiega la presidentessa di Voce Amica Sassari, Sandra Poddighe –. Abbiamo voluto essere presenti nel cuore della città perché il problema dei suicidi non riguarda solo alcune persone e non è legato a luoghi specifici o rilegato a particolari categorie di persone. Purtroppo è vicino a ciascuno di noi perché chi decide di suicidarsi vive ogni giorno accanto a noi. Possono essere nostri colleghi, familiari, compagni di scuola. Sono uomini, donne e purtroppo spesso anche ragazzi che stanno portando un carico tale da pensare che l’unica via per uscire da quella situazione sia morire».

La depressione. Nell’isola sono in aumento anche i casi di depressione, ne è colpito il 13% della popolazione. La notizia era stata diffuso nel 2017 da Bernardo Carpiniello, che dirigeva la Struttura complessa di Psichiatria dell’azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari e presiede la Società italiana di Psichiatria. «La regione è infatti tra quelle maggiormente gravate da più elevati tassi di prevalenza di depressione ha spiegato Carpiniello – circa il 13% della popolazione viene colpita da uno o più episodi di depressione, maggiore rispetto ad una media nazionale del 9-10%. Inoltre i più recenti dati sul consumo di antidepressivi vedono la Sardegna al sesto posto in Italia, con un consumo di 44 dosi al giorno per 1000 abitanti, di gran lunga al di sopra di tutte le altre regioni meridionali».

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