La Nuova Sardegna

Dispersione scolastica l’isola ancora maglia nera

di Silvia Sanna

I dati Openpolis certificano il primato, 1 ragazzo su 5 lascia dopo la licenza media Oristano virtuosa: la percentuale di abbandoni più bassa della media nazionale

28 ottobre 2018
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SASSARI. L’isola sempre indietro, maglia nera nella classifica che certifica il tasso di dispersione scolastica tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Lo dice Openpolis sulla base dei dati Istat. La distanza dalla media nazionale supera i 7 punti: 21,2 in Sardegna a fronte del 14, percentuale comunque molto alta se confrontata con quella degli altri paesi europei.

Ma questo poco consola la Sardegna, seguita dalla Sicilia con uno scarto pari ad appena lo 0,3% mentre al terzo posto si piazza la Campania con il 19,1%. Lontane anni luce le regioni più virtuose: su tutte l’Abruzzo, che con il 7,4% di dispersione è prima in assoluto seguita dall’Umbria e dall’Emilia Romagna.

Ma anche all’interno dell’isola ci sono differenze importanti tra le diverse province. Con un’area in particolare, che sta ben al di sopra della media nazionale: si tratta dell’Oristanese, dove la percentuale di dispersione si ferma all’8,7%. Significa che la stragrande maggioranza dei ragazzi prosegue gli studi dopo la licenza media conquistando un diploma e in molti casi anche la laurea.

Nelle altre province, la percentuale di dispersione più alta si trova nel Sud Sardegna con il 25,7%, dunque 11,7 punti in più della media nazionale, seguono la provincia di Nuoro con il 22,6%, quella di Sassari con il 22,5%, Cagliari con il 19,1% e poi appunto Oristano.

Il fenomeno non è facile da misurare, perché richiederebbe dati in grado di tracciare il percorso scolastico del singolo studente. La scelta metodologica adottata a livello europeo è utilizzare come indicatore indiretto la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno solo la licenza media. Tra questi viene incluso anche chi ha conseguito una qualifica professionale regionale di primo livello con durata inferiore ai due anni. Seguendo questo indicatore, come si nota dalla mappa, l’Italia nel 2017 è il quarto paese con più abbandoni (14%), dopo Malta (18,6%) Spagna (18,3%) e Romania (18,1%).

L’Unione europea ha fissato come obiettivo che – entro il 2020 – i giovani europei tra 18 e 24 anni senza diploma superiore (o qualifica professionale) siano meno del 10% del totale. A livello continentale l’obiettivo potrebbe essere raggiunto, essendo il dato 2017 fermo al al 10,6%.

Nell’isola il dato medio del 21,2 è diverso da quello certificato da Eurostat, che attesta la dispersione scolastica al 18% inserendo nel computo tutti i ragazzi iscritti a un corso di formazione professionale che rilascerà loro una qualifica.

In ogni caso, entrambe le percentuali – 21,2 e 18, sono confortanti perché attestano un importante passo avanti compiuto dalla Regione. Bisogna infatti considerare che la percentuale di ragazzi che hanno abbandonato gli studi dopo la terza media è diminuita di circa 14 punti percentuali nel periodo compreso tra il 2000 e il 2016, passando dal 32% al 18%.

i tratta di una delle diminuzioni più significative nel contesto italiano: l’isola è infatti preceduta soltanto dal Veneto, dal Piemonte e dalla Toscana.

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