La Nuova Sardegna

Blocchi stradali dei pastori archiviazione per 3 indagati

di Luca Urgu
Blocchi stradali dei pastori archiviazione per 3 indagati

Sono due allevatori e un artigiano: avevano partecipato a un sit-in a Lula

08 gennaio 2020
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NUORO. La speranza dei tre indagati, dei loro legali e di una ventina di persone arrivate di prima mattina davanti al tribunale per solidarizzare con loro sposando in pieno le ragioni della cosiddetta “guerra del latte” di un anno fa, non sono rimaste deluse. Quando, intorno alle 10, l’avvocata Giulia Lai e i suoi colleghi Adriano Sollai, Michele Zuddas e Marcella Cabras sono usciti dal palazzo di Giustizia e pronunciato la frase “è stata archiviata la posizione", la soddisfazione di chi aveva atteso fuori al freddo la notizia tanto attesa era palese. Non è servito molto tempo al gip del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella che ha deciso di porre fine a questo filone di indagine che riguardava due allevatori e un artigiano di Siniscola, Gianfranco Fenu, l’unico dei tre presente ieri mattina in udienza. A tutti veniva contestato il reato di organizzazione di manifestazione non autorizzata e blocco stradale. Il giudice ha in pratica accolto l’opposizione dei difensori dei tre indagati alla richiesta di proroga delle indagini da parte della pm Ilaria Bradamante, per i fatti della manifestazione del bivio di Lula il 13 febbraio 2019. «Per me è davvero una liberazione. Ho partecipato alla manifestazione in maniera pacifica ed educata esercitando un mio diritto. Mai avrei pensato di venir indagato e di rischiare un processo per questo – ha detto Gianfranco Fenu, finalmente sollevato dal verdetto del gip –. Sono un cittadino come tanti, andai alla manifestazione con il chiaro intento di portare la mia solidarietà alla vertenza. Quel giorno non abbiamo fatto niente di male, ma siamo stati ugualmente perseguiti. Dopo la denuncia arrivata come un fulmine a ciel sereno ho passato dei momenti di tensione. Ma rifarei tutto da capo, se manca la solidarietà manca la vita».

La legale dell’associazione culturale Libertade, Giulia Lai, porta a casa un risultato positivo e non nasconde la soddisfazione per un tassello all'interno di un percorso giudiziario più ampio che può portare ottimismo e positività anche alle tante altre cause pendenti e a un centinaio di indagati nella sola provincia di Nuoro. «Siamo soddisfatti, chiediamo al movimento unità e solidarietà. L’unità è necessaria perché nessuno deve essere lasciato da solo mentre la solidarietà è un valore che può fare la differenza. Sappiamo solo che la battaglia legale continua, ma questo risultato ci rincuora e ci dà una speranza per i tanti altri indagati, a cui ovviamente auguriamo una soluzione di questo tipo», sottolinea Giulia Lai. La trasferta nuorese per l’udienza davanti al gip è servita al pool di legali di Libertade per depositare istanza di opposizione ai 21 decreti di condanna emessi dal tribunale di Nuoro per altrettanti pastori e manifestanti che hanno partecipato alle proteste sul prezzo del latte ovino del 13 febbraio scorso a Lula, senza averne dato preavviso alle autorità di polizia.

«L'obiettivo di questa nostra azione – ha spiegato l’avvocato Adriano Sollai – è far sì che la condanna non diventi definitiva, ma consenta agli indagati di andare a processo per difendersi. Sono sicuro che per tutti loro riusciremo ad avere un esito positivo, come è stato per le tre archiviazioni ottenute questa mattina (ieri per chi legge, ndc)».

A dare sostegno agli indagati, nel presidio promosso dai pastori davanti al palazzo di giustizia, anche alcuni esponenti indipendentisti, da Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione Indipendentzia a Pierfranco Devias di Liberu. «Siamo qui – sottolineano – per difendere il sacrosanto diritto degli allevatori a un lavoro dignitoso, pagato in modo adeguato». Pastori ma non solo anche nel sit in pacifico controllato con discrezione da un cordone di forze dell’ordine. Tra loro anche Pietro Costa, noto artista nuorese. «Sono qua pro Sa Sardigna e per difendere i custodi del territorio, i miei fratelli sono in campagna ma non voglio difendere i miei, voglio difendere tutti e se si picchia sui pastori si picchia su tutti. Un concetto che dovrebbe essere chiaro», rimarca Costa.

Tra i pastori presenti sui gradoni del tribunale di Nuoro ci sono anche Priamo Cottu e Giovanni Bussu di Ollolai: «Ovviamente qua per solidarizzare con i pastori e chi ha subito un’ingiusta denuncia per aver manifestato pacificamente», dice Cottu che ricorda il pestaggio e i processo da cui lui e altri sono usciti assolti dopo ventidue udienze per i fatti di Civitavecchia del 28 dicembre 2010.

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