La Nuova Sardegna

Zedda: «Lavoro ai giovani la nostra sfida da vincere»

di Silvia Sanna
Zedda: «Lavoro ai giovani la nostra sfida da vincere»

L’assessora presenta l’evento: in palio oltre 6mila posti offerti da 300 imprese

28 gennaio 2020
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SASSARI. L’obiettivo è ambizioso, i numeri dicono che si può fare: trasformare la Sardegna, isola alle prese con un alto tasso di disoccupazione giovanile in una sorta di ombelico nel Mediterraneo, culla dove celebrare l’incontro tra la domanda e l’offerta, tra il mercato del lavoro e i candidati. «Io ci credo – dice l’assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda – perché il mondo è cambiato e la parola d’ordine è flessibilità. Non conta il luogo fisico, contano le idee, la capacità di mettere in circolo i progetti. Noi ci siamo, pronti da oggi ad affrontare la nuova sfida». L’oggi di cui parla l’esponente della giunta Solinas inizia alle 9.30 con l’inaugurazione nel quartiere fieristico di Cagliari del Job meeting: tre giorni (sino al 30) dedicati al mercato del lavoro, con 6mila posti mesi in palio da 300 aziende e l’opportunità di farsi conoscere. E per chi non vince subito il contratto d’assunzione, la possibilità di guardarsi intorno, tessere legami, individuare il percorso formativo e professionale più adatto. Una mano tesa dalla Regione e dall’Aspal ai disoccupati ma anche agli studenti per aiutarli a fare la scelta più giusta dopo il diploma: a loro si rivolge il Campus Orienta, con l’obiettivo di arginare sul nascere nuovi disoccupati. Si parte oggi, all’insegna della creatività e dell’innovazione ma con un occhio di riguardo alla tradizione, ai mestieri del passato che possono regalare grandi soddisfazioni.

Assessora Zedda, le parole d’ordine dell’evento sono creatività e innovazione. Che cosa significa?

«Il Job meeting è una vera e propria maratona creativa che vedrà protagoniste le idee e i progetti d’impresa. Il nostro obiettivo è stimolare lo spirito imprenditoriale dei nostri giovani, aiutarli a individuare con il supporto di esperti il percorso più giusto. Saranno tantissimi i seminari dedicati a numerosi argomenti, gli workshop, gli incontri con chi in vari campi ce l’ha fatta, ha centrato l’obiettivo professionale».

Come definirebbe il job meeting?

«Un grande parco del lavoro che apre le sue porte in un mercato sempre più internazionale, una straordinaria occasione di incontro tra domanda e offerta, una vetrina per le imprese che scelgono di venire qui, in Sardegna, per farsi conoscere».

Come è stata accolta questa opportunità dai giovani sardi?

«Siamo stati sommersi dalle candidature. Sono oltre 6mila le figure richieste, all’Aspal sono arrivate 30.400 domande. È stata fatta una prima scrematura selezionando i profili più idonei. Chi farà il colloquio è già in possesso dei requisiti minimi richiesti dalle aziende. Il resto arriverà con il confronto».

A proposito di profili, quali sono le figure maggiormente richieste?

«C’è di tutto, dall’ingegnere esperto di cyber security al carpentiere, dall’operatore sanitario all’esperto di comunicazione, dal muratore al calzolaio».

Dunque non solo innovazione ma anche tradizione.

«Le professioni vecchie e nuove viaggiano insieme. Ci sono quelle legate al digitale e alle nuove tecnologie e quelle che rimandano a Su Connottu. È un tema che mi sta particolarmente caro in una terra come la nostra, così ricca di tradizione, culla di antichi mestieri e di arti nobili da valorizzare. Penso all’artigianato artistico, alla tessitura, all’arte culinaria. C’è fame di nuove professioni, ma anche voglia che non scompaiano quelle storiche».

Ottimi propositi, ma intanto nell’isola la disoccupazione giovanile sfiora il 28%. Quale è la ricetta per combatterla?

«È una sola: l’offerta di lavoro, di opportunità. Occorre stimolare il mercato, smuoverlo garantendo reddito vero e non derivati».

Che cosa intende per derivati?

«Mi riferisco alle varie forme di sostegno, i sussidi come il reddito di cittadinanza. Non sono la soluzione. Noi anche grazie al job meeting puntiamo a offrire lavoro vero, anche per tutelare la dignità delle persone».

Parliamo dei più giovani, una novità è quella del Campus Orienta per le scuole. Come sarà organizzato?

«Gli studenti vicini al diploma potranno esaminare una serie di possibilità, un ventaglio di proposte su come affrontare il percorso professionale. L’intenzione è aiutarli a trovare la strada più giusta sulle base delle attitudini e delle competenze».

Poi ci sono i giovani che al diploma non sono mai arrivati, tantissimi in Sardegna dove la dispersione scolastica è alle stelle.

«A loro, a chi non ha un titolo di studio ed è per questo escluso dal mercato, saranno illustrate le varie opportunità messe in campo dalla Regione, dai voucher ai tirocini ai percorsi di formazione».

Tra gli ospiti ci saranno personaggi di spicco legati al mondo della comunicazione, del cinema, dello sport e talenti della moda e del design. Le loro esperienze stimoleranno la nascita di nuovi progetti?

«Ci sono molti programmi in evoluzione, tra i quali specifici percorsi di studio all’Università. Anche in questo caso la Sardegna si candida a diventare un punto di riferimento importante, una culla per chi vuol specializzarsi in campo artistico. Penso alla moda, ma anche al teatro. Il Job meeting sarà il palco dal quale raccontare le prossime sfide».

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