La Nuova Sardegna

Femminicidi, l'appello di Prospettiva donna: «Contro la violenza serve l’aiuto di tutti»

Patrizia Desole
Patrizia Desole

Patrizia Desole, presidente dell’associazione antiviolenza: «Una pena giusta e misure più severe contro i recidivi»

18 febbraio 2020
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SASSARI. C’è un mondo di indifferenza, superficialità e disattenzione dietro uno dei fenomeni che invece dovrebbero preoccupare maggiormente la società. Lo dimostra l’altissimo numero di donne costrette a ricorrere ai centri antiviolenza e lo conferma l’assenza di misure strutturali in grado di arginare il fenomeno. «La strage di donne deve finire – spiega Patrizia Desole, presidente dell’associazione Prospettiva Donna, che opera a Olbia e Oristano  – ma non possiamo pensare di affrontare questa mattanza con superficialità. La violenza contro le donne è un fenomeno complesso e strutturale e lo si può affrontare solo con misure che possano combatterla dalle fondamenta. Ma, per farlo, serve l’aiuto di tutti».

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Considerati i numeri su cui si è costretti a ragionare, il tempo a disposizione non è molto, anzi: «Nel nord della Sardegna ci sono tre centri antiviolenza – spiega Patrizia Desole –, uno Sassari, uno ad Alghero e uno ad Olbia. Solo ad Olbia, nell’ultimo anno, abbiamo assistito 200 donne che sono state vittime di violenza. Non è un numero casuale perché abbiamo registrato punte di 300 casi. Per questo motivo abbiamo bisogno di sostegno non solo da parte delle istituzioni, la Regione già lo fa, ma da parte di tutti. Non si tratta solo di una questione di soldi ma di attenzione, sostegno, vicinanza a chi lavora per offrire assistenza e, spesso, anche un rifugio nelle cinque case sicure che accolgono le vittime di violenza».

Per sconfiggere la violenza, dunque, serve anche l’empatia verso le vittime e verso le volontarie, spesso sole a combattere contro i bruti e sempre più spesso parte attiva quando si tratta di denunciare le aggressioni e i soprusi: «Perché questo è un problema soprattutto culturale ed è sbagliato ridurre tutto a fatti singoli: le donne non vengono rispettate. Per combattere questi atteggiamenti si deve mettere in evidenza che spesso gli assassini sono recidivi. Quindi serve una pena giusta – continua la presidente di Prospettiva Donna – ma serve soprattutto fare in modo che queste persone non possano nuocere nuovamente, visto che le misure disponibili spesso non funzionano. Serve anche il sostegno alle sopravvissute che, nel caso di Zdenka, sono le sue bimbe. Noi continueremo a fare il massimo ma per evitare nuove tragedie serve l’impegno di tutta la società civile».
 

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