La Nuova Sardegna

Perdono il lavoro ma restano bloccati in Austria

di Claudio Zoccheddu
Perdono il lavoro ma restano bloccati in Austria

Due giovani di Noragugume licenziati a Vienna non riescono a ottenere l’ok per tornare nell’isola

24 marzo 2020
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SASSARI. Sono la sintesi delle sfortune che potrebbero capitare in questi tempi. Leonardo Pisanu e Salvatore Rosas, entrambi di Noragugume, sono bloccati a Vienna da una serie di eventi che, sommati tra loro, li consegnano alla categoria dei profughi del Covid-19. Entrambi, infatti, lavoravano in una gelateria a Vienna che ha chiuso dopo le restrizioni imposte dal governo austriaco. E quando si chiude senza avere possibilità di programmare la riapertura, i dipendenti hanno solo una prospettiva: licenziamento. Ed è andata esattamente così ai due ragazzi sardi che da un giorno all’altro hanno perso il lavoro e si sono trovati nell’impossibilità di superare la frontiera con l’Italia.

«Per prima cosa abbiamo cercato informazioni all’ambasciata, che però è chiusa proprio per l’emergenza dettata dal Coronavirus. Quindi abbiamo provato in stazione, dove ci hanno guardato con sospetto come capita a tutti gli italiani e ci hanno mandati via dicendo che non c’erano treni nemmeno per Innsbruck, da dove avevamo intenzione di proseguire in bus o in taxi verso la frontiera. Poi abbiamo scoperto che non sarebbe servito a nulla perché la frontiera è chiusa. Siamo bloccati qua, senza stipendio e senza la possibilità di rientrare in Sardegna. Per fortuna non ci hanno buttato fuori di casa e ci garantiscono l’alloggio, sennò sarebbe davvero complicato».

Prima di pianificare la fuga da Vienna, i due ragazzi hanno provato a contattare la Farnesina: «Inutile, non abbiamo avuto risposte», e la Protezione civile «che ci ha chiesto di compilare un modulo. L’abbiamo fatto e stiamo aspettando la risposta». E infine, ci hanno provato anche con la Regione: «Abbiamo compilato il modulo per il rientro che però è inutile dato che non riusciamo ad arrivare a Roma. Alla fine nemmeno loro sanno cosa dobbiamo fare». E il punto è proprio questo, nessuno ha idea di come fare per permettere ai due ragazzi di varcare le frontiere e mettersi in viaggio per Roma: «Ci serve aiuto perché non abbiamo idea di come fare per rientrare a casa. Chiediamo che la Regione ci faccia sapere qualcosa presto».

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