La Nuova Sardegna

Superati i mille contagi altre quattro vittime

di Silvia Sanna
Superati i mille contagi altre quattro vittime

Sono 51 i nuovi positivi in un giorno. A Como morto un carabiniere di Ovodda

10 aprile 2020
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SASSARI. Quota mille è stata superata, in poco più di un mese la Sardegna conta 1026 pazienti positivi al coronavirus e 64 vittime. Numeri che incutono timore ma che in parte erano attesi: gran parte dei deceduti sono persone anziane ospiti delle case di riposo, soprattutto nel Sassarese, dove nelle scorse settimane si sono sviluppati importanti focolai. E proprio nel Nord Sardegna, in particolare in un’area più circoscritta intorno a Sassari si concentra il numero maggiore di vittime così come i nuovi casi positivi: 35 quelli nelle ultime 24 ore. Ci sono anche notizie buone, come per esempio l’aumento dei guariti (+10) e la diminuzione dei ricoverati in terapia intensiva (-6). Continua a crescere infatti il numero di persone in isolamento domiciliare: erano 697, sono diventate 745, con la Sardegna sempre in vetta nel confronto con le altre regioni.

Le nuove vittime. Il bollettino regionale dell’Unità di crisi e della protezione civile riporta cinque decessi avvenuti nella giornata di ieri. Di uno si era in realtà già a conoscenza: una donna di 85 anni di Porto Torres ospite della casa di riposo Biccheddu: si tratta della seconda vittima nella struttura. Le altre quattro persone decedute nelle ultime 24 ore sono tutti uomini: il più anziano era un 97enne, anche lui di Porto Torres, poi un 83enne di Ossi, un 80enne di Sassari e infine il più giovane, un 67enne di Quartu. Tutti con patologie pregresse, in alcuni casi molto gravi come la maggior parte delle vittime del Covid-19. Molto più giovane era il carabiniere originario di Ovodda morto a Como: l’appuntato Mario Soru aveva 52 anni e lavorava nel tribunale di Milano nel servizio di scorta dei magistrati. Positivo al Covid, era stato ricoverato il 21 marzo per difficoltà respiratorie. Lascia la moglie e un figlio di 18 anni. Alla famiglia ha manifestato il proprio cordoglio il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

I positivi. Sono 1.026 casi positivi, 51 in più rispetto a 24 ore fa, la maggior parte dei quali nel nord dell’isola. Questa la distribuzione nel territorio regionale: 161 nella Città Metropolitana di Cagliari (+10 rispetto all'ultimo aggiornamento), 78 (+4) nel Sud Sardegna, 31 (+2) a Oristano, 67 a Nuoro, 689 (+35) tra Sassari e Gallura.

Tamponi e contagi. In totale nell’isola sono stati eseguiti 8.918 test, di cui 425 nelle ultime 24 ore. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 131, di cui 25 in terapia intensiva, mentre 745 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli ultimi due dati, come già detto, sono incoraggianti così come quello relativo ai pazienti guariti: sono 56 pazienti più altri 30 guariti clinicamente. Per quanto riguarda i nuovi positivi, 15 casi sono stati accertati a Casa Serena, la struttura comunale per anziani di Sassari dove da settimane si vive una situazione molto critica: complessivamente gli ospiti contagiati sono al momento 62. Nuovi positivi anche al Policlinico «Duilio Casula» di Monserrato: si tratta di un medico, un fisioterapista e un paziente. I tre casi - come precisa l'Aou di Cagliari - non sono collegati tra di loro. Tutti e tre erano risultati negativi al primo tampone, ma il test è stato ripetuto e ha confermato la presenza del virus. Il medico era ricoverato al Policlinico per una polmonite ed è stato trasferito, così come il paziente, al Santissima Trinità, mentre il fisioterapista è in isolamento domiciliare e non presenta sintomi. Tutto il personale dell'ospedale è stato sottoposto al tampone e nelle prossime ore si conosceranno gli esiti. Gli ambienti del Policlinico sono già stati sanificati.

Assistenza domiciliare. L’accordo è stato raggiunto, la settimana prossima partiranno le manifestazioni di interesse: si cercano medici per l’Usca, unità sanitarie di continuità assistenziali domiciliare per i pazienti affetti da coronavirus. Nell’incontro tra l’assessore alla Sanità Nieddu e i rappresentanti delle associazioni è stato definito il piano: i medici (con esperienza di guardia medica, geriatri, pneumologi o laureati in medicina con abilitazione) firmeranno contratti di collaborazione per sei mesi e dovranno assistere e provvedere alle terapie per i pazienti positivi dimessi dagli ospedali e per quelli messi in quarantena domiciliare subito dopo il responso del tampone.

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