La Nuova Sardegna

Cassa integrazione: l’isola tenta lo sprint

di Roberto Petretto
Cassa integrazione: l’isola tenta lo sprint

Polemiche sui ritardi: i consulenti del lavoro assolvono la Regione Fenza: «Grande lavoro preliminare: nei prossimi giorni si vedranno i frutti»

06 maggio 2020
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SASSARI. Da una parte il Governo, dall’altra la Regione, a rimbalzarsi le colpe dei ritardi nell’erogazione della cassa integrazione. In mezzo, i lavoratori rimasti a casa per le conseguenze economiche del coronavirus, ad aspettare un aiuto che non arriva. Il duello sta lasciando vittime sul campo. Vittime innocenti. E i colpevoli chi sono? La sottosegretaria Todde nelle ultime settimane, anche in un’intervista a La Nuova, ha addossato la responsabilità dei ritardi alla Regione che avrebbe inviato le pratiche in ritardo. L’assessora Alessandra Zedda dovrebbe rispondere oggi alle accuse, ma chi lavora nel lavoro di istruzione delle pratiche assolve la Regione: «La vera responsabilità di questa situazione è da ricercare nelle procedure per la cassa integrazione a livello nazionale»: chi parla è Marco Fenza, coordinatore regionale della Consulta dei consulenti del lavoro. Secondo Fenza il quadro normativo è troppo complesso per essere in grado di assicurare risposte in tempi rapidi: «Abbiamo quattro o cinque tipi di cassa integrazione, di ammortizzatori sociali».

Una sorta di imbuto nel quale confluiscono gli sforzi di chi in queste settimane a lavorato sodo senza badare a orari e feste. Un imbuto che rallenta tutto. Però resta il nodo di un numero di istanze inferiore a quelle presentate da altre Regioni. «È vero, in Sardegna con la Cassa integrazione in deroga siamo qualche giorno in ritardo - spiega Marco Fenza - ma io credo che sia stato saggio fare un lavoro preliminare che punta sulla telematica. Sono certo che tra una settimana-10 giorni saremo in una situazione di vantaggio rispetto a altre Regioni che ora ci stanno davanti».

Il rappresentante dei consulenti del lavoro ritiene comunque che i dati che circolano non siano attendibili: «Si tratta di dati vecchi di tre giorni». Oggi l’assessora Zedda dovrebbe fornire quelli della Regione. Si parla di 3.040 inviate all’Inps sino a lunedì 4, che riguardano 6.363 lavoratori. Alla Regione vengono lavorate 14.410 richieste di cui 13.757 inviate da soggetti abilitati, 653 richieste inviate da datori di lavoro.

«Il frutto del lavoro si vedrà nei prossimi giorni - insiste Marco Fenza -. La Sicilia sta mandando le domande via Pec ai centri per l'impiego. Allungherà i tempi. Qui da noi la Regione ci ha mandato la documentazione per alcune verifiche. Noi abbiamo corretto eventuali errori e ora le pratiche sono pulite. Questo snellirà il lavoro perché la Regione potrà inviare la pratica completa. Domani o dopo arriveranno all’Inps migliaia di pratica. In una settimana supereremo tutti i numeri degli altri. Il lavoro fatto a monte è preferibile».

Il rappresentante dei consulenti del lavoro spende anche alcune parole per sottolineare il lavoro di tutti quelli che, nell’isola, si sono prodigati per accelerare i tempi e far arrivare i soldi ai lavoratori nel più breve tempo possibile: «Alcuni colleghi hanno lavorato anche a Pasquetta per portare le pratiche a definizione, per far avere i soldi nel più breve tempo possibile. Ma anche gli impiegati dell’Inps stanno facendo un lavoro enorme, così come funzionari e impiegati della Regione. Ripeto, il problema sono le procedure. Da questa considerazione dobbiamo partire. Struttura nazionale Inps non era in grado di sopportare questo impatto».

La procedura è complessa: la Regione acquisisce le domande sul Sil, il Servizio Informativo del Lavoro, dove lavoratori e imprese sono già registrati e monitorati, verifica i requisiti e i costi, fa la determina con cui autorizza la spesa e spedisce la pratica all'Inps entro le 48 ore successive alla determina. Le risorse sono definite, circa 13 milioni di euro, e non possono essere accolte domande senza certezza di fondi.

@Petretto. @RIPRODUZIONE RISERVATA



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