La Nuova Sardegna

Flavio Briatore: stop all’incertezza altrimenti i turisti scappano

Alessandro Pirina
Flavio Briatore: stop all’incertezza altrimenti i turisti scappano

Il re del Billionaire in pressing su Solinas: deve fissare le date per le riaperture Sul passaporto sanitario: «Impossibile, dovrà bastare l’autocertificazione»

28 maggio 2020
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SASSARI. Quando si parla di mondo della notte viene spontaneo pensare a lui, al re del Billionaire, al mattatore dell’estate smeralda a più alta densità di supervip e champagne. Ma anche per Flavio Briatore la stagione alle porte è ancora una grande incognita. Un gigante punto di domanda che attende di avere una risposta. Più da Roma che da Cagliari, ma quel che è certo è che sulla stagione è ancora notte fonda.

Briatore, lunedì è 1 giugno ma in Sardegna si discute ancora sui controlli: ieri c’è stato addirittura uno scontro tra Solinas e il sindaco di Milano.
«Prima di tutto voglio complimentarmi con la Sardegna perché per una volta essere un’isola e la mancanza di aerei hanno aiutato. E poi i sardi sono stati bravi. Anche l’amministrazione regionale ha fatto un buon lavoro. Questa però è stata la prima fase».

E la seconda?
«Ora c’è una grande confusione. Qualcuno vuole aprire il 3 giugno, altri più avanti: in questo modo si confondono i turisti. La Spagna ha deciso: apriamo il 1 luglio. Se io voglio andare a Barcellona so che da quella data posso prenotare. In Italia non si capisce bene. E in questo modo si scoraggiano i turisti a venire in Sardegna».

Oltre l’incertezza sulle date c’è anche la questione dei controlli richiesti da Solinas che frenano le prenotazioni.
«Il passaporto sanitario è impossibile da realizzare, i test salivari sono ancora in fase embrionale. Per avere qui i turisti dovrà bastare una autocertificazione. Qualunque altra limitazione porterà i turisti a scegliere altre parti. Senza contare che il governo centrale non le autorizzerà mai. Perché certezze non ce ne possono essere: uno può arrivare senza il virus e poi prenderselo qui».

Solinas però sembra irremovibile.
«Ma lui lo sa. Ed è per questo motivo che c’è un piano B: posticipare l’obbligo di quarantena al 15-18 giugno e poi dal 1 luglio aprire l’isola. Ma è fondamentale che sia fissata una data. Chi ha un hotel, un ristorante o una discoteca deve saperlo».

Lei ha già un piano per il Billionaire?
«Se non lo ha Regione si figuri se lo abbiamo noi. A Montecarlo invece abbiamo fatto un protocollo con il governo. Nel Principato abbiamo il Twiga, il Cipriani, il Cova. Tutti gli operatori assieme con il governo si è deciso che si potrà riaprire il 2 giugno».

Quale potrebbe essere la data di ripartenza in Sardegna?
«Giugno è sempre stato un mese abbastanza basso, con poche prenotazioni. Il 1 luglio potrebbe andare bene».

C’è chi sostiene che questa estate sarà però difficile una riapertura delle discoteche.
«Io invece sono convinto che sia meglio aprirle con un protocollo di sicurezza, anziché lasciare i ragazzi liberi di andare dove vogliono. Tanto non vanno a letto alle 9. Meglio allora controllarli in discoteca, con tavoli a distanza di sicurezza. Anche perché il virus è vero che c’è ancora, ma ha perso il 70 per cento della sua virulenza. Lo ha detto anche il professor Alberto Zangrillo, che è stato il più consistente tra tutti i virologi, che invece ogni giorno cambiavano idea. Zangrillo ha detto: il virus esiste ma è molto meno violento e meno contagioso di prima, e soprattutto se ti ammali sanno come curarti. Tre mesi fa è stato uno tsunami, perché nessuno lo conosceva. Ma oggi non è che se troviamo una persona positiva dobbiamo chiudere tutto. In Italia c’è troppo allarmismo, da noi è stato fatto del terrorismo mediatico. Si parla solo di virus, i ristoranti sono aperti ma la gente non ci va. Ma l’elemosina dello Stato finisce e per ripartire dobbiamo fare ripartire le aziende».

Qualche mese fa ha presentato con Lucio Presta e Alessandro Moggi un progetto di promozione dell’isola. Inizierete questa estate?
«Rimandiamo tutto all’anno prossimo, ora sarebbe impossibile da attuare».
 

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