La Nuova Sardegna

Il Pecorino romano escluso dal bando "indigenti" da 50milioni

Il Pecorino romano escluso dal bando "indigenti" da 50milioni

Il presidente del Consorzio Salvatore Palitta scrive alla ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova

25 giugno 2020
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CAGLIARI. Il Governo esclude il Pecorino romano, ma anche il Pecorino sardo e il Fiore sardo, dal bando nazionale indigenti da 50 milioni di euro e il presidente del Consorzio Salvatore Palitta scrive alla ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova. Il bando è stato messo a punto per favorire la ripresa post pandemia del settore agroalimentare e, allo stesso tempo, per aiutare le famiglie indigenti: in pratica, il Governo acquista per 50 milioni i prodotti inclusi in un determinato paniere (aiutando così la filiera di produzione) e li destina ad enti caritatevoli (che li donano a famiglie bisognose). Lo stesso meccanismo del bando da 14 milioni del 2019, che includeva il Pecorino romano ma era legato alla cosiddetta vertenza latte, e che solo in parte è diventato operativo meno di 20 giorni fa. Una esclusione «inaccettabile - denuncia Palitta - perché i problemi legati alla pandemia hanno colpito indistintamente tutte le indicazioni geografiche e le Dop italiane». «Non è accettabile - spiega il presidente del Consorzio chiedendo l'intervento della Regione e dei parlamentari sardi - che lo Stato italiano intervenga in una fase congiunturale estremamente difficile come questa ignorando che esistano le Dop sarde che, fra l'altro, sono anche molto richieste nelle piattaforme di vendita e dagli enti caritatevoli». Il primo ad accogliere l'appello è il deputato di Fdi Salvatore Deidda, che subito presentato una interrogazione alla ministra Bellanova. «Noi - ricorda Palitta - rappresentiamo il 95% della produzione nazionale ovina e nonostante le difficoltà vissute in questo periodo abbiamo garantito la lavorazione di tutto il latte, cosa che non è avvenuta in altre parti d'Italia, e sostenuto anche i caseifici in difficoltà sui prodotti da tavola. È perciò assolutamente impensabile che le nostre Dop isolane subiscano un'ingiustizia simile». (ANSA)

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