il rapporto della filca cisl
Il tracollo dell’edilizia sarda: ad aprile -85% di ore lavorate
SASSARI. Il settore dell’edilizia aveva mostrato segni di ripresa nei primi mesi dell’anno, ma la pandemia ha fatto precipitare la situazione. A marzo il settore era sprofondato a -31,4 per cento di...
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SASSARI. Il settore dell’edilizia aveva mostrato segni di ripresa nei primi mesi dell’anno, ma la pandemia ha fatto precipitare la situazione. A marzo il settore era sprofondato a -31,4 per cento di ore lavorate rispetto a marzo 2019 passando da 1,7 milioni di ore a 1,1 milioni. Sono gli ultimi dati calcolati dalla Filca Cisl (analisi effettuata sul sistema delle Casse edili sarde, Edilcassa e Cassa artigiana) diffusi da Chartabianca è in grado di anticipare.
Il picco negativo per i lavoratori e le imprese del settore si è toccato ad aprile, mese quasi completamente fermo. Secondo il rilevamento il calo ha toccato quota -85 per cento e con le ore lavorate passate da 1,8 milioni del 2019 a sole 272 mila dell’aprile 2020. A maggio una piccola ripresa con -32 per cento di ore lavorate rispetto all’anno precedente, mentre a giugno il trend si è ancora ridotto, ma sempre con un pesante calo che si dovrebbe attestare tra il -15 e -20 sul 2019.
«La situazione è davvero difficile - commentano Vincenzo Sanna e Marco Ambu, rispettivamente segretario regionale e componente del direttivo regionale Filca Cisl - un crollo di ore lavorate che si ripercuote anche sui salari e sui lavori delle imprese. Tra i problemi che ancora sussistono, nonostante il settore sia ripartito, c’è quello della scarsa liquidità per imprese e cittadini. Un problema che va risolto. Per questo è necessario fare alcuni interventi per rilanciare il comparto».
Le proposte di Filca-Cisl: al primo posto c'è l’Ecobonus al 110 per cento%. «Purtroppo ancora oggi c’è molta insicurezza soprattutto perché mancano i decreti attuativi e le direttive per chiarire alcuni aspetti fondamentali - dicono Sanna e Ambu - il bonus potrebbe essere un intervento molto utile per i cittadini che vogliono ristrutturare e hanno liquidità ferma, ma lo è anche per le imprese che possono lavorare. Un’attenzione particolare poi, dovrà essere riservata a tutti coloro che non hanno liquidità necessaria - sottolineano - per loro si dovrebbero prevedere agevolazioni».
La Cisl plaude invece al rinnovo del Piano casa. Un intervento atteso «almeno per evitare un vuoto normativo», dicono Sanna e Ambu, ma per il sindacato bisogna intervenire subito su un nuovo strumento edilizio.
Secondo la FilCa Cisl Sardegna un occhio di riguardo dovrebbe essere posto alle manutenzioni. «Ci sono opere pubbliche molto vecchie così come gran parte del nostro sistema edilizio privato - spiega Ambu - necessitano di importanti ristrutturazioni e questa è anche un’opportunità di rilancio».
Grandi opportunità anche da ristrutturazioni e manutenzioni sull’edilizia scolastica. Secondo uno studio, inoltre, il 70 per delle strutture scolastiche sarde ha bisogno di interventi. Secondo la Filca Cisl resta ancora da sciogliere il nodo appalti, in particolare il prezzario regionale. “Le associazioni datoriali del settore si devono sedere a un tavolo per mettere mano ai contratti affinché i prezzari abbiano una giusta misura e per mettere ordine al costo della manodopera in Sardegna».
Il picco negativo per i lavoratori e le imprese del settore si è toccato ad aprile, mese quasi completamente fermo. Secondo il rilevamento il calo ha toccato quota -85 per cento e con le ore lavorate passate da 1,8 milioni del 2019 a sole 272 mila dell’aprile 2020. A maggio una piccola ripresa con -32 per cento di ore lavorate rispetto all’anno precedente, mentre a giugno il trend si è ancora ridotto, ma sempre con un pesante calo che si dovrebbe attestare tra il -15 e -20 sul 2019.
«La situazione è davvero difficile - commentano Vincenzo Sanna e Marco Ambu, rispettivamente segretario regionale e componente del direttivo regionale Filca Cisl - un crollo di ore lavorate che si ripercuote anche sui salari e sui lavori delle imprese. Tra i problemi che ancora sussistono, nonostante il settore sia ripartito, c’è quello della scarsa liquidità per imprese e cittadini. Un problema che va risolto. Per questo è necessario fare alcuni interventi per rilanciare il comparto».
Le proposte di Filca-Cisl: al primo posto c'è l’Ecobonus al 110 per cento%. «Purtroppo ancora oggi c’è molta insicurezza soprattutto perché mancano i decreti attuativi e le direttive per chiarire alcuni aspetti fondamentali - dicono Sanna e Ambu - il bonus potrebbe essere un intervento molto utile per i cittadini che vogliono ristrutturare e hanno liquidità ferma, ma lo è anche per le imprese che possono lavorare. Un’attenzione particolare poi, dovrà essere riservata a tutti coloro che non hanno liquidità necessaria - sottolineano - per loro si dovrebbero prevedere agevolazioni».
La Cisl plaude invece al rinnovo del Piano casa. Un intervento atteso «almeno per evitare un vuoto normativo», dicono Sanna e Ambu, ma per il sindacato bisogna intervenire subito su un nuovo strumento edilizio.
Secondo la FilCa Cisl Sardegna un occhio di riguardo dovrebbe essere posto alle manutenzioni. «Ci sono opere pubbliche molto vecchie così come gran parte del nostro sistema edilizio privato - spiega Ambu - necessitano di importanti ristrutturazioni e questa è anche un’opportunità di rilancio».
Grandi opportunità anche da ristrutturazioni e manutenzioni sull’edilizia scolastica. Secondo uno studio, inoltre, il 70 per delle strutture scolastiche sarde ha bisogno di interventi. Secondo la Filca Cisl resta ancora da sciogliere il nodo appalti, in particolare il prezzario regionale. “Le associazioni datoriali del settore si devono sedere a un tavolo per mettere mano ai contratti affinché i prezzari abbiano una giusta misura e per mettere ordine al costo della manodopera in Sardegna».