Due anni fa dieci ore di terrore a Porto Torres
Un 42enne si era rinchiuso in mansarda dopo aver aggredito i genitori e accoltellato un carabiniere
26 giugno 2020
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SASSARI. È rimasto asserragliato in casa per dieci ore, dopo che aveva aggredito la madre e ferito il padre che tentava di difenderla. Sono passati due anni (era il 27 aprile del 2018) da quando Walter Selloni, all’epoca 42enne, ha terrorizzato Porto Torres e il quartiere di Serra Li Pozzi. La vicenda era iniziata con una telefonata al 112, quando una vicina di casa aveva notato un violento litigio nella villetta vicino alla sua. Selloni aveva già ferito i genitori quando alcuni residenti erano scesi per strada armati di bastoni per cercare di contrastare la violenza del 42enne. Per fortuna era intervenuto il brigadiere Roberto Frau, arrivato con l’auto di pattuglia, che aveva esso in sicurezza i genitori dell’aggressore per poi raggiungere la mansarda della villetta dove si era nascosto il 42enne. L’uomo, però, era armato ed era riuscito a colpire il brigadiere con una coltellata. Per mettere fine alla complicatissima vicenda erano dovuti arrivare i Cacciatori di Sardegna che avevano organizzato un blitz all’interno della villetta. In pochi secondi i carabinieri erano riusciti a disarmare Selloni e a immobilizzarlo. Il 42enne è stato poi condannato a nove anni di carcere per il tentato omicidio del carabiniere Roberto Frau e i maltrattamenti nei confronti dei genitori anziani, condanna confermata in appello lo scorso anno. Si era conclusa con tanta paura, e con l’arresto del protagonista, il duplice tentativo di una disoccupato della Maddalena, Walter Azara, che nel 2015 e nel 2016 aveva minacciato di far saltare in aria la sua abitazione se qualcuno non avesse risolto la complessa situazione che si era creata con la sorella per via di una presunta eredità e di un debito sostanzioso maturato da quando il disoccupato aveva smesso di pagare le bollette. Durante primo tentativo, durato tutta la notte, Azara aveva terrorizzato la zona di via Cavour quando aveva aperto la bombola del gas minacciando di accendere un cerino se qualcuno non avesse risolto la sua situazione familiare. La minaccia per fortuna rimase tale, anche se i carabinieri furono costretti a sgombrare il circondario ormai invaso dal gas.
Dopo una lunga trattativa l’uomo si arrese salvo poi riprovarci l’anno dopo, per gli stessi motivi, ma questa volta millantando la presenza di una serie di ordigni esplosivi nascosti nell’abitazione. Per farlo desistere i carabinieri furono costretti a fare irruzione nell’abitazione e ad arrestare il 50enne recidivo. (c.z.)
Dopo una lunga trattativa l’uomo si arrese salvo poi riprovarci l’anno dopo, per gli stessi motivi, ma questa volta millantando la presenza di una serie di ordigni esplosivi nascosti nell’abitazione. Per farlo desistere i carabinieri furono costretti a fare irruzione nell’abitazione e ad arrestare il 50enne recidivo. (c.z.)