La Nuova Sardegna

Aras in sciopero da domani: «Politica inerte»

Aras in sciopero da domani: «Politica inerte»

I 250 tecnici attendono i concorsi per l’ingresso in Laore. Gli ordini dei veterinari scrivono a Solinas

22 settembre 2020
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SASSARI. Oltre 10mila aziende zootecniche sarde da domani dovranno fare a meno dell’assistenza dei veterinari, agronomi e tecnici di laboratorio dell’Aras. Uila e Confederdia «visto l’avvicinarsi della data del 31 dicembre – scrivono i segretari Gaia Garau e Osvaldo Ibba – e il licenziamento di tutti i dipendenti, e vista l’inerzia di questa maggioranza e di questa giunta regionale, si vedono costrette a proclamare lo sciopero». E sempre domani si terrà una manifestazione davanti al laboratorio di Oristano (quello che per due volte al mese controlla la qualità del latte prodotto in Sardegna). Circa 250 lavoratori che da 38 anni lavorano per un’associazione di fatto considerata un’entità regionale, attendono di essere inglobati in Laore (come previsto dalla legge 47/2018) mediante un concorso contro il quale sono stati avviati dei ricorsi al Tar, ma senza che il tribunale l’abbia sospeso. «Questo atto di forza non è una rivalsa nei vostri confronti: siete anche voi parte lesa a causa di una politica indifferente alle problematiche del settore» scrive il gruppo Sint-in permanente che da quasi 4 mesi è attendato sotto il palazzo della Regione, avvisando che si profila un danno inestimabile a tutta la filiera e quasi scusandosi per il fatto che «non abbiamo altra strada se non quella dello sciopero».

E rivolgendosi ai politici: «Non sappiamo neanche più cosa dirvi», «non avete capito, non volete capire: ci state costringendo a bloccare la misura sul benessere animale e se gli allevatori perderanno il premio relativo, l'assistenza tecnica, e non saranno più in grado di certificare la qualità del loro latte, potrete ritenervi gli unici responsabili».

E si rivolgono al governatore Solinas i presidenti degli ordini provinciali dei veterinari «per esortare il suo diretto intervento nella vertenza», dicendosi «fortemente preoccupati per il futuro dei nostri iscritti» e dal fatto che «a oggi ci risulta che non sia stata intrapresa alcuna azione per sbloccare questa spiacevole situazione». Chiedono in sostanza «la ripresa e la conclusione immediata delle procedure concorsuali, anche al fine di scongiurare gravi ripercussioni su tutta la filiera zootecnica e casearia, conseguenti a un eventuale sciopero». (a.palm.)

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