La Nuova Sardegna

Stagione flop per gli hotel: riapertura a rischio per 1 su 3

di Silvia Sanna
Stagione flop per gli hotel: riapertura a rischio per 1 su 3

L’allarme di Federalberghi: le casse sono vuote, serve sostegno al comparto 

07 ottobre 2020
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SASSARI. Non c’è tempo per leccarsi le ferite, il futuro è adesso e richiede programmazione: altrimenti, se la stagione 2020 ha lasciato per strada molti feriti, quella 2021 sarà segnata da molti cadaveri. Hotel chiusi, migliaia di lavoratori a spasso, un intero comparto, quello turistico, che ha perso la bussola. Per ritrovare la strada c’è solo una soluzione: serve sostegno economico, interventi finanziari forti e subito. Altrimenti un terzo delle 920 strutture – sommerso dai debiti e a corto di liquidità – getterà la spugna. Il quadro dipinto da Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi, ha tinte scurissime «ma si basa sulla realtà, data dai numeri che sono stati disastrosi. Dieci milioni di presenze in meno rispetto all’anno precedente, stagione cortissima e una montagna di spese per le strutture. E soprattutto, incertezza enorme che si ripercuote sulle prenotazioni. Gli stranieri? Scordiamoceli anche l’anno prossimo».

I numeri. Manca parte proprio da questi e i numeri che lui fornisce «certificati perché riportati dalle strutture, dai porti e dagli aeroporti» assomigliano a quelli sventolati di recente dalla Regione ma vanno letti al contrario. «Solinas ha parlato di 10 milioni di presenze quest’anno. Ma quando mai. Dieci milioni sono in realtà le presenze venute a mancare a causa del Covid. Se nel 2019 i turisti erano stati circa 15 milioni e mezzo, nel 2020 sono stati 5 milioni e mezzo, 6 al massimo. Le nostre previsioni purtroppo si sono avverate: abbiamo raggranellato, grazie soprattutto ad agosto, circa il 30-35% del passato. I numeri di Solinas non hanno riscontri: per fare chiarezza sarebbe utile vedere i dati della piattaforma Sired, forniti dagli operatori alla Regione».

Le incertezze. Dati a parte, l’emergenza da affrontare riguarda la prossima stagione. Che rischia di finire a gambe all’aria. Tutti gli hotel, anche quelli di alta categoria, patiscono la stessa situazione: a parte il 20 per cento di strutture che ha scelto di non rischiare ed è rimasto chiuso causa Covid, gli altri hanno aperto e investito molto. Ma la stagione è andata male: «Inesistenti maggio e giugno, il mese peggiore post riapertura è stato luglio con il 30% di riempimento, ad agosto la percentuale è risalita al 50% grazie alle due settimane centrali segnate dal 70-80%. Poi nuovo crollo a settembre: 30% di riempimento e chiusura anticipata a causa del nuovo boom di contagi». Ora il problema principale è la tenuta dei bilanci: «Il 30% dei 920 hotel dell’isola è in forte difficoltà per l’assenza di liquidità. Grazie alla moratoria dello Stato le rate dei mutui sono state sospese ma a giugno bisognerà pagar. Come, ci chiediamo? In assenza di un sostegno forte subito, tanti non ce la faranno e non potranno neanche affrontare le spese necessarie per la ripartenza come la manutenzione delle strutture e la chiamata del personale. Le casse sono vuote, servono subito contributi a fondo perduto e il via libera ai prestiti».

Gli interventi. Manca sottolinea la rapidità mostrata soprattutto dagli assessorati al Lavoro e al Bilancio «ma i fondi non bastano. Il plafond di Destinazione lavoro, per l’assunzione di personale, è di 15 milioni ma sono arrivate richieste per 42: le attività hanno assunto sulla fiducia, se la dotazione non crescerà la maggior parte resterà a bocca asciutta». Poi c’è la Salva imprese con i fondi Bei da 100 milioni: «Le domande sono oltre 4mila, se ciascuna ha presentato richiesta per 200mila euro servirebbe un plafond da 800 milioni». Ecco l’appello: «La Regione aiuti il settore, attinga dal Recovery fund, metta in campo molte risorse. Altrimenti a maggio 2021 le luci di tanti hotel resteranno spente».

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