La Nuova Sardegna

La giunta sceglie Temussi è il numero 1 della sanità

di Claudio Zoccheddu
La giunta sceglie Temussi è il numero 1 della sanità

L’ex direttore dell’Aspal è il nuovo commissario dell’Ares, l’azienda per la salute Entro tre mesi avrà il compito di riorganizzare le 8 Asl risorte dopo l’addio all’Ats

25 ottobre 2020
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SASSARI. È il momento più complicato per ricevere un incarico di questo tipo. Soprattutto perché il compito è molto complesso e il tempo è altrettanto limitato: tre mesi per completare il piano di organizzazione dell’Ares, l’Azienda regionale per la salute che sostituisce l’Ats, che avrà l’incarico di riorganizzare le 8 Aziende sanitarie locali riproposte dall’ultima riforma sanitaria voluta dalla Regione. Per completare quella che sembra una missione impossibile è stato convocato il sassarese Massimo Temussi, 50anni, laureato in Economia e commercio all’Università di Sassari, ex direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro (Aspal) e attuale numero 1 della sanità sarda dopo che ieri ha firmato il contratto che lo investe della carica di commissario straordinario dell’Ares.

Per Temussi si tratta di un ritorno al passato: il manager sassarese aveva già avuto esperienze nel settore, l’ultima è terminata nel 2011 quando era il direttore generale dell’assessorato regionale alla Sanità. Negli ultimi nove anni, nonostante il suo ruolo fosse un altro, non ha perso i contatti con la sua area di provenienza e, lo dice lui: «Non sono mai stato completamente fuori dalla sanità». Forse è anche per questo motivo che il nome di Massimo Temussi è stato fatto direttamente dal presidente della Regione, Christian Solinas. «È una bella sfida – spiega Temussi – perché la nomina è arrivata durante un periodo molto complicato e perché un ruolo di questo tipo comporta una grande responsabilità. Le difficoltà sono anche uno stimolo, per questo ringrazio la giunta regionale e il presidente Solinas che mi hanno dato questa opportunità». Per comprendere sino in fondo cosa significhi avere tre mesi di tempo per liquidare la vecchia Ats, l’Azienda per la tutela della salute, e organizzare il nuovo organismo che deciderà il futuro della sanità sarda, un “mostro” da 3,2 miliardi di euro all’anno da mettere i piedi in poco tempo e in un momento in cui “sanità” fa rima con “emergenza”. Ma il compito di Temussi non avrà riflessi diretti sulla gestione medica delle 8 Asl: «L’Ares è organismo totalmente gestionale che deve essere organizzato ma che proprio per la sua natura permetterà alle 8 Asl di fare sanità pura, senza compiti che possano appesantire le strutture». Sebbene l’Ares non abbia il mandato diretto per combattere l’emergenza sanitaria in prima linea, la diffusione del Sars-Cov-2 non può essere ignorata e, anzi, porta ulteriori difficoltà nel lavoro che Temussi dovrà organizzare e completare nel futuro prossimo: «Il virus e tutto quello che comporta la sua diffusione è un’enorme complicazione per il lavoro che dovremo fare – aggiunge Temussi –. Non so se questi siano i giorni del picco del contagio, quello che so è che dovremo convivere con questa emergenza per far muovere i primi passi ad una riforma complessa e a una mega azienda gestionale. Sarà una bella sfida, soprattutto perché il tempo a disposizione è limitato». Temussi avrà a disposizione appena tre mesi: «In cui dovremo chiudere il progetto di costituzione dell’Ares e creare le otto aziende locali –. Il viaggio è appena iniziato e per il momento posso garantire solo una cosa: cercheremo di fare il miracolo e di chiudere tutto nei tempi previsti. Ce la metteremo tutta».

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