La Nuova Sardegna

Rapinatori in fuga sparano sui carabinieri

di Kety Sanna
Rapinatori in fuga sparano sui carabinieri

Tre malviventi armati di fucili assaltano l’ufficio postale all’apertura Ferita una militare di 25 anni impegnata in un controllo insieme a un collega

01 novembre 2020
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INVIATA A FONNI. Come in un film d’azione, tra sequenze di grande effetto di una storia dal ritmo forsennato. Avrebbe potuto ispirare degnamente le scene di un Gomorra in salsa barbaricina, la rapina a mano armata con conflitto a fuoco, messa a segno ieri mattina all’ufficio postale di Fonni. Ferita una giovane carabiniera, Ylenia Crivellaro, 25 anni veneta, alla sua prima esperienza in stazione, che era alla guida dell’auto della pattuglia che ha sorpreso i rapinatori durante la fuga. Un proiettile l’ha raggiunta alla caviglia destra. Trasportata con l’ambulanza del 118 nel campetto dei frati Francescani, dov’è potuto atterrare l’elisoccorso, la giovane è stata poi trasferita all’ospedale di Nuoro in codice giallo. Le sue condizioni non sono gravi. Dopo la sparatoria, a Fonni è partita un’imponente caccia all’uomo. Posti di blocco ovunque, in paese e nei crocevia strategici di tutte le strade della provincia. Ma i banditi, per ora, sono ancora in fuga.

La rapina. Pochi minuti dopo le 8 tre malviventi con il volto coperto e armati di fucili automatici d’assalto, hanno fatto irruzione nell’edificio di via Mannironi 7, in pieno centro. All’interno c’erano solo il giovane direttore, Michele Biancu e l’impiegata Salvina Casula, che si apprestavano a iniziare la nuova giornata di lavoro. L’ultima della settimana. L’ufficio non era ancora aperto al pubblico quando hanno ricevuto quella visita inaspettata, che li ha colti di sorpresa.

Uno dei banditi, puntando le armi, si è rivolto ai due dipendenti intimando loro la consegna del denaro.

L’azione è stata fulminea. Direttore e impiegata, sotto choc, sono stati poi rinchiusi in bagno. Sono stati momenti di grande paura e spavento per loro quando, con i fucili puntati addosso, senza discutere, cercavano di fare esattamente cosa i rapinatori chiedevano.

Poi sono rimasti soli, mentre i banditi con il bottino uscivano da una porta laterale che si affaccia sempre sulla stessa via. Ad attenderli un complice che alla vista dei carabinieri, potrebbe aver abbandonato la postazione, annunciando dall’esterno la presenza dei militari impegnati in una normale attività di controllo. Solo per un caso, infatti, hanno intercettato i rapinatori in fuga. Da lì sono seguite scene da far west, con i banditi che non hanno esitato a sparare contro la Jeep dei carabinieri che si era fermata davanti all’ufficio postale. Cinque colpi esplosi ad altezza d’uomo, hanno raggiunto la fiancata del mezzo.

Uno dei proiettili ha ferito Ylenia Crivellaro alla gamba destra, mentre il collega che si trovava al posto del passeggero è rimasto illeso. I banditi sono poi fuggiti a bordo dell’auto dell’impiegata, ritrovata qualche ora dopo a pochi chilometri dal paese, in località “San Sperate”, tra Pratobello e la strada che porta verso l’Ogliastra. Sulla vettura sono in corso accertamenti tecnici da parte dei Ris di Cagliari.

Le indagini. L’allarme è stato quasi immediato. Il colpo alle Poste di via Mannironi si è consumato in una manciata di minuti. E se non fosse stato per l’arrivo inaspettato dei militari, forse sarebbe stato ancora più veloce. L’area è stata chiusa con i nastri perché nessuno si avvicinasse. Il direttore dell’ufficio è rimasto per ore all’interno, per rispondere alle domande degli inquirenti e tentare di quantificare insieme a loro l’ammontare del maltolto, che sarebbe tuttora da stabilire. Potrebbe essere ingente.

L’altra dipendente, invece, è stata accompagnata in caserma e lì è stata sentita a lungo dagli uomini del reparto operativo e della compagnia di Nuoro che, anche con l’aiuto delle telecamere a circuito chiuso degli uffici, dovranno ricostruire nel dettaglio i momenti dell’assalto e cercare di dare un’identità agli incappucciati di questa banda senza scrupoli. Ieri all’interno del recinto blindato dai nastri, le tessere gialle con le lettere e i numeri, indicavano sull’asfalto i bossoli lasciati dai banditi e tracce riconducibili al loro passaggio.

Dettagli importanti che potrebbero far risalire agli autori del colpo. Un attimo dopo la rapina, in via Mannironi si sono radunati molti curiosi per assistere all’attività dei rilievi. In mezzo a loro anche i familiari del direttore che dopo averlo sentito per telefono, hanno atteso di poterlo vedere di persona pur sapendo che per lui, la giornata non era ancora terminata.

Poi un gruppo di anziani che, a parte fornire varianti sull’accaduto, concordavano sul fatto che i controlli dei carabinieri davanti a banca, ufficio postale e alle attività commerciali del paese, prima dell’apertura e della chiusura, ormai sono quotidiani. Particolare che, evidentemente, era sfuggito al commando di rapinatori che scoperto, senza esitazione, ha ingaggiato un conflitto a fuoco.

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