La Nuova Sardegna

I medici ospedalieri: «Hotel e ospedali dedicati per azzerare i contagi»

di Claudio Zoccheddu
I medici ospedalieri: «Hotel e ospedali dedicati per azzerare i contagi»

Mascia, Cimo: «Gli alberghi sono una buona soluzione per limitare la pressione». «Le strutture periferiche indispensabili per separare i pazienti infetti dai “puliti”»

16 novembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La ricetta per combattere il Sars-Cov-2 c’è e fa rima con una delle più semplici regole di vita: imparare dagli errori. E per evitare ogni tipo di ricaduta, non si dovrebbe dimenticare di prendere spunto da chi ha gestito la pandemia nel miglior modo possibile. Ne è convinto il dottor Luigi Mascia, segretario regionale del coordinamento dei medici ospedalieri (Cimo), che parte da uno degli aspetti più delicati della gestione sanitaria della pandemia: «Ospitare nello stesso ospedale i pazienti Covid e quelli non contagiati ha fatto in modo che il virus si diffondesse più rapidamente – spiega –. E non era certo un mistero, la necessità di utilizzare strutture separate era su tutte le riviste scientifiche dopo quanto accaduto nelle regioni del nord Italia».

La Sardegna, considerando la superficie e la scarsa densità di popolazione, sarebbe potuta diventare un baluardo anti Covid: «Ma la gestione sanitaria è stata affidata agli economisti, che hanno tagliato i posti letto e chiuso, o provato a chiudere, gli ospedali periferici – aggiunge Mascia –. Ma non è un’esclusiva sarda, l’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr) aveva bacchettato la Germania per l’abbondanza di posti letto negli ospedali. Invece, proprio la Germania è la nazione che ha registrato il minor numero di decessi perché dispone di un sistema adatto a reggere l’urto della pandemia. Sarebbe potuto accadere anche in Sardegna, se i piccoli ospedali fossero stati in grado di partecipare ad un circuito sanitario studiato sulla divisione tra strutture ordinarie e strutture Covid».

Non è andata così, anche se nelle ultime ore si sta cercando di attivare tutti i presidi possibili: «Il virus è stato più veloce di noi, adesso dobbiamo puntare sulla collaborazione con le strutture della sanità privata e sui Covid Hotel, utilissimi per alleggerire il peso dei ricoveri negli ospedali». Un piano d’emergenza che, però, potrebbe non bastare nemmeno riattivando gli ospedali periferici: «Perché non possiamo affidarci a strutture vuote, servono i medici specializzati – continua il segretario del Cimo – e la Regione dovrebbe aumentare subito le borse di studio per le specializzazioni. Lo hanno già fatto qualche tempo fa ma ancora non basta, soprattutto se si considera che entro 4 anni il 60 per cento dei medici in servizio negli ospedali dell’isola andrà in pensione. E in un periodo come questo rischiamo di spezzare la catena di conoscenza necessaria per l’inserimento dei nuovi specialisti o di non avere a disposizione la forza e la vivacità dei giovani, qualità necessarie quando si tratta di affrontare turni di lavoro di 12 o 14 ore».

Per uscire dalla crisi sanitaria, dunque, servono soprattutto i soldi: «Che potrebbero esserci se per risollevare la sanità si sfruttassero strumenti come il Recovery fund o il Mes. Investire sulla salute sarà fondamentale anche per il futuro. Oggi abbiamo capito che l’Ocse sbagliava a bacchettare la Germania – conclude Mascia – ma è stata necessaria una pandemia per farcelo notare. E se oggi lottiamo contro il Covid-19, domani potrebbe essere la volta del Covid-20, o di un altro virus. Abbiamo poco tempo ma sono fiducioso, se sarà impiegato nel miglior modo possibile potremo superare ogni difficoltà». Per farlo sarà necessario evitare di ripetere gli errori che hanno impedito all’isola di diventare un modello virtuoso, riprogrammando il presente e il futuro della sanità sarda.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

In Primo Piano
Dossier

Pedopornografia: 5 arresti e 51 denunce nel 2023, in aumento le estorsioni sessuali

Video

Sassari, presentato a Tottubella il Distretto rurale del Sassarese e del Golfo dell'Asinara con l'assessore Gianfranco Satta

Le nostre iniziative