La Nuova Sardegna

Caccia a Mesina, secondo blitz a vuoto

di Luca Fiori
Caccia a Mesina, secondo blitz a vuoto

I carabinieri cercano il super latitante. Nessuna traccia del fuggiasco che sarebbe nascosto nel nord ovest dell’isola

11 dicembre 2020
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SASSARI. Un’altra battuta a vuoto, ma l’impressione è che il cerchio intorno a lui e a chi lo protegge si stia per chiudere. Il secondo blitz in meno di venti giorni nelle campagne del Sassarese neanche questa volta ha portato alla cattura di Graziano Mesina, ma l’operazione riservatissima dei carabinieri sembra confermare il sospetto che il super latitante di Orgosolo avrebbe scelto proprio il nord ovest dell’isola per trascorrere la sua latitanza.

Secondo i militari del comando provinciale di Nuoro, Grazianeddu si muoverebbe da mesi nell’ombra in provincia di Sassari con la complicità di qualcuno fidato.

Potendo contare su a una rete invisibile di aiuti e protezioni nell’ambiente agro pastorale e in quello della criminalità, quella dell’ex primula rossa del banditismo sardo nell’ultimo periodo sarebbe però una latitanza itinerante e piuttosto scomoda.

Gli spostamenti di Mesina, sparito nel nulla dal 2 luglio scorso, appena saputo che la sua condanna a trent’anni per traffico di droga e altri reati era diventata definitiva, nelle ultime settimane sarebbero avvenuti in una zona ben circoscritta.

Per questo motivo due giorni fa, diciotto giorni dopo il blitz in un’abitazione di Usini, i carabinieri del comando provinciale di Nuoro sono tornati in forze nel Sassarese. Prima dell’alba di martedì gli investigatori barbaricini, affiancati dai Cacciatori di Sardegna, dalle unità cinofile e dai militari della compagnia di Alghero, hanno fatto scattare contemporaneamente due battute di caccia all’uomo, passando al setaccio alcuni obiettivi ritenuti interessanti. I blitz nelle campagne di Alghero e in una grossa azienda agricola tra Ittiri e Villanova Monteleone non hanno però portato al risultato sperato.

Le perquisizioni sono andate avanti per tutta la mattina e prima di pranzo la quarantina di uomini in mimetica ha fatto rientro in caserma. Di Graziano Mesina neanche l’ombra, ma l’insistenza degli inquirenti nella stessa area geografica a distanza di così pochi giorni fa pensare che nell’ultimo mese il latitante non si sia allontanato troppo da Sassari.

A portare i militari sulle tracce dell’ex bandito potrebbe essere stata una soffiata, ma è più probabile che tra le centinaia di utenze telefoniche messe sotto controllo all’indomani della sua scomparsa ce ne sia qualcuna che abbia iniziato a destare qualche interesse tra gli investigatori.

È possibile che qualcuno vicino al super latitante abbia commesso un errore, attirando l’attenzione dei carabinieri nelle campagne dell’hinterland sassarese. Una zona che Mesina conosce molto bene per averla frequentata con assiduità fino al 2013, prima dell’ultimo arresto.

Una area geografica in cui il super latitante si muoveva tra apparizioni pubbliche e riconoscimenti e contemporaneamente nell’ombra. Addirittura - come avevano scoperto gli uomini del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Nuoro da un’intercettazione ambientale dell’aprile del 2012, grazie a una microspia sistemata nella sua Porsche Cayenne - pianificando un sequestro di persona ai danni di un imprenditore di Uri. Un rapimento da mettere a segno durante il tragitto tra la sua abitazione e la sede della società a Caniga, alle porte di Sassari.

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