La Nuova Sardegna

Sardegna virtuosa, nella raccolta differenziata è seconda in Italia

Sardegna virtuosa, nella raccolta differenziata è seconda in Italia

Solo il Veneto davanti con il 74,7 per cento contro il 73,3 per cento dell'isola. Cagliari al primo posto fra le città metropolitane con il 71,4 per cento di differenziazione dei rifiuti

17 dicembre 2020
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CAGLIARI. Sardi virtuosi nella raccolta differenziata. Grazie a una diffusa cultura nella raccolta rifiuti, e nella differenziazione della spazzatura che ormai fa parte delle abitudini di tutti i giorni  in quasi tutti i comuni isolani, la Sardegna si piazza addirittura al secondo posto nella classifica delle 20 regioni italiane, preceduta solo dal Veneto e davanti a Trentino Alto Adige, Lombadia ed Emilia romagna. Benissimo Cagliari, che si piazza al primo posto assoluti fra le Città metrpolitane italiane.

I dati generali evidenziano come in Italia la raccolta differenziata continua a crescere, oramai è arrivata al 61,3% del totale dei rifiuti. Ma di questa spazzatura raccolta bene, solo metà viene effettivamente riciclata, il 53,3%. Colpa della carenza di impianti di trattamento, concentrati al nord e scarsi al centrosud. Una delle conseguenze è che al centro e nel Mezzogiorno lo smaltimento dei rifiuti costa ai cittadini più che al nord. È questo il quadro del trattamento dei rifiuti urbani in Italia tracciato dal rapporto annuale dell'Ispra, l'istituto di ricerca del Ministero dell'Ambiente, e basato sui dati del 2019.

L'anno scorso la raccolta differenziata in Italia è aumentata del 3,1% rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale. Il Sud ha superato per la prima volta il 50% di differenziata, confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti. Le regioni prime della classe, quelle che superano il 65% di raccolta, sono quasi tutte al nord: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%). Da segnalare l'Abruzzo al 62,7%. Sotto al 50% rimane la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%), mentre la Sicilia è ancora al di sotto del 40%.

Però, nel Mezzogiorno le cose stanno migliorando: i maggiori incrementi di raccolta differenziata si hanno in Molise (+12%) e Sicilia (+9%), seguiti dalla Sardegna (+6,3%), dalla Puglia (+5,2%) e dall'Abruzzo (+ 3,1%). La città di Treviso (86,9%) e la sua provincia (87,7%) si confermano i campioni italiani della differenziata, grazie a un'ottima organizzazione e a un fitto tessuto industriale.

Tra le città più virtuose ci sono Ferrara con l'85,9% e Pordenone con 85,5%. Le città metropolitane sono guidate da Cagliari con il 71,4% e Venezia al 70,9%. Sopra il 60% stanno Milano, Bologna e Firenze. La Sicilia si rivela il territorio italiano più indietro nel trattamento della spazzatura. Fra le città metropolitane, Palermo è quella che fa meno differenziata (29%), anche se l'anno scorso è cresciuta del 9,1%. Fra i capoluoghi di provincia sotto il 20% ci sono Messina (18,8%) e Catania (14,5%).

Al sud male anche Taranto (16%) e Crotone (11%). Ma anche se si fa la differenziata, non è detto che poi il rifiuto venga recuperato. Il riciclo totale secondo l'Ispra arriva appena al 53,3% della spazzatura raccolta. Il resto va in discarica o negli inceneritori, vanificando gli sforzi di cittadini e Comuni. I dati del rapporto fanno capire perché questo avviene. Nel 2019 erano operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani: 355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud.

Al centrosud mancano gli impianti per trasformare la spazzatura: quindi, niente riciclo. E i risultati si vedono sul portafoglio dei cittadini: poco riciclo, pochi guadagni per i Comuni, quindi tasse della spazzatura più salate. Nel 2019, il costo medio nazionale di gestione dei rifiuti urbani è stato di 175,79 euro all'anno per abitante. Al Centro però il costo era di 208,71 euro per abitante, al Sud di 188,53 euro. Al Nord, il costo scendeva a 155,83 euro. (ANSA).

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