La Nuova Sardegna

Campagna di vaccinazione la Sardegna va a rilento

di Alessandro Pirina
Campagna di vaccinazione la Sardegna va a rilento

La Regione lamenta ritardi nelle consegne. Anti Covid anche per Crisanti

03 gennaio 2021
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SASSARI. La campagna vaccinale va al rallenty un po’ ovunque, ma in Sardegna ancora di più. L’isola, infatti, è in coda alla classifica delle regioni. Delle 12.855 dosi consegnate ne sono state somministrate solo 302. Appena il 2,3 per cento del totale. Peggio ha fatto il Molise, all’1,7 con sole 50 dosi inoculate. Numeri subito rimbalzati sui social, destando inevitabile preoccupazione. Anche perché i vaccini sono ritenuti il lasciapassare per il ritorno alla normalità e una somministrazione ridotta rischia di rimandare la liberazione dal Covid a data da destinarsi. Insomma, una doccia gelata per chi, forse con troppo entusiasmo, pensava che con l’arrivo del 2021 sarebbe iniziata la discesa.

I numeri. I dati sono stati aggiornati ieri sera. E dunque le 242 dosi di due giorni fa sono diventate 302, visto che nelle ultime 24 ore ne sono state somministrate altre 60. Ma ciò non toglie che l’isola resti in fondo alla classifica. La più virtuosa è la Provincia autonoma di Trento, dove sono stati effettuati 1.730 vaccini, il 34,8 per cento delle dosi consegnate. Bene anche il Lazio con 16.366 somministrazioni, pari al 35,7 per cento. In doppia cifra Toscana (24,4), Umbria (19,8), Campania (19,7), Puglia (17,8), Provincia di Bolzano (17,3), Friuli Venezia Giulia (16,3), Veneto (15,5), Piemonte (14,7), Emilia Romagna (12,5), , Liguria (11,5). Meno bene la Basilicata (8,5) e Abruzzo (8,6). Male la Calabria, ma comunque meglio della Sardegna, con il 3,5 per cento. In fondo c’è anche la Lombardia, con appena il 3 per cento dei vaccini effettuati: delle oltre 80mila dosi consegnate ne sono state somministrate 2.446.

Consegne in ritardo. Insomma, i numeri fotografano una Sardegna in netto ritardo sulla campagna vaccinale. Ma è anche vero che le stesse dosi attese per il 27 dicembre sono arrivate solo il 31 a mezzogiorno. Un ritardo tira l’altro, insomma. Alla Sardegna, per ora, sono state consegnate 12.855 dosi. Di queste ne sono state distribuite 4.800 a testa ad Aou di Sassari e Brotzu, 1.950 a testa ad Ats e Aou di Cagliari. In questa prima tranche, visto che a ogni persona dovranno essere somministrate due dosi, saranno vaccinati più o meno 6.400 sardi.

La precedenza spetta a operatori sanitari e sociosanitari: dei 302 del primo giorno a questa categoria appartengono 296 vaccinati. Gli altri 6 sono non sanitari, mentre nessuna dose è stata somministrata a ospiti delle Rsa. Per ora l’Ats ha iniziato la campagna vaccinale a Cagliari, ma da lunedì si parte con Sassari, Alghero e Olbia, il Marino e il Santissima Trinità di Cagliari. Da martedì Nuoro, Oristano e Carbonia. Intanto, entro il 10 gennaio saranno consegnati i 10 frigoriferi ordinati dalla Ats per conservare i vaccini.

Pd all’attacco. I ritardi nella somministrazione dei vaccini diventano inevitabilmente argomento di battaglia politica. I consiglieri Pd accusano la giunta Solinas. «Oltre un mese e mezzo fa avevamo sollecitato la Regione affinché intervenisse con urgenza per predisporre un piano. Il nostro appello non è stato ascoltato e ora i cittadini sardi ne pagano le conseguenze». Sul tema il Pd aveva presentato una interrogazione a Solinas e all’assessore Nieddu. «La giunta si è fatta trovare ancora una volta impreparata senza intervenire tempestivamente, e i numeri lo certificano. E se non verranno immediatamente comunicati i dati dell’andamento dei contagi, la Sardegna resterà zona rossa anche dopo il 7 gennaio. Il serio rischio è che i sardi paghino un prezzo ancora più alto di quanto non abbiano già fatto».

Crisanti si vaccina. Chi invece ieri si è vaccinato è Andrea Crisanti, il super esperto chiamato da Solinas per la campagna di tamponi a tappeto, che nelle scorse settimane era stato al centro di feroci polemiche per alcune affermazioni sui vaccini. «Non sono mai stato contrario – ha detto, prima di sottoporsi all'iniezione a Padova in diretta su Facebook – ma aspettavo il conforto di avere informazioni scientifiche. C'è stato qualche problema di trasparenza ma è stato risolto con la condivisione dei dati, quindi è il momento di testimoniare con la consapevolezza che è un momento di svolta. I vaccini sono sicuri, e ci sono e saranno diversi tipi di vaccinazione».

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