La Nuova Sardegna

Devastazione a Platamona: abbattuti venti ettari di pineta

di Roberto Sanna
Devastazione a Platamona: abbattuti venti ettari di pineta

Ruspe in azione nell’area protetta dello stagno: sigilli della Forestale

16 gennaio 2021
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SASSARI. Questa volta la ruspa è andata fuori controllo nello stagno di Platamona. Qualche settimana dopo lo scempio dell’Hotel Capo Caccia, dove i lavori non erano stati autorizzati, si registra un altro enorme danno ambientale in uno dei siti più belli del Nord Sardegna. Dove un’autorizzazione a fare un certo tipo di lavori, in realtà, c’era, ma lo svolgimento è andato ben oltre quello che era stato dichiarato. Nei giorni scorsi erano arrivate le prime segnalazioni degli ambientalisti e anche il Corpo Forestale ha voluto vederci chiaro, arrivando a conclusioni terribili per quell’area protetta: rispetto a quanto previsto nel progetto autorizzato, sarebbero state abbattute piante per un equivalente in peso quasi doppio, su una superficie di circa venti ettari.

Il tutto in un sito di grande bellezza e valore, che meriterebbe anche una maggiore valorizzazione dal punto di vista turistico, ricca di flora e fauna di grande interesse e meta di continua degli amanti della natura per passeggiate e sessioni di scatti fotografici. L’intera area (circa 352 ettari) è ricompresa all’interno del sito di interesse comunitario denominato “Stagno e ginepreto di Platamona” e la gran parte dei terreni (circa 274 ettari di superficie) appartengono all’Accademia Sgr, una società di gestione del risparmio Italiana specializzata nella promozione e gestione di fondi immobiliari facenti capo al gruppo Banca del Sempione. I lavori in questione non sono stati effettuati clandestinamente, ma erano stati autorizzati dal Corpo forestale e dal Savi (Servizio di valutazione ambientale), che avevano dato prescrizioni ben precise: il progetto prevedeva «diradamenti finalizzati alla conservazione manutenzione e miglioramento del popolamento forestale del pino domestico, da attuarsi attraverso il prelievo di una parte minoritaria del soprassuolo forestale». Non è andata proprio così e secondo una prima stima del Corpo Forestale, rispetto a quanto previsto nel progetto, sarebbero state abbattute piante per il doppio del peso consentito, su una superficie di circa venti ettari che è stata immediatamente sottoposta a sequestro. Inoltre, non sarebbero state rispettate le linee di indirizzo relative all’accantieramento dei lavori, ed è stato riscontrato anche l’uso improprio dei mezzi nel sistema dunale per favorire il passaggio e il disboscamento; è stata inoltre contestata la mancanza totale di una direzione dei lavori.

«L’intera area è classificata come area di rilevante interesse paesaggistico, e in quanto tale sottoposta a vincoli di tutela dal Piano paesaggistico regionale e da quelli imposti per le aree Sic, oltre che dal Decreto legislativo 42/2004 – spiega il comandante del Corpo Forestale Giancarlo Muntoni, che ha coordinato personalmente l’intervento– . Durante il nostro intervento abbiamo riscontrato gravi inadempienze nella esecuzione di lavori e evidenti difformità a quanto era stato previsto e autorizzato nella fase preliminare. Non dobbiamo dimenticarci che l’obiettivo della tutela del territorio, sotto l’aspetto ambientale, è a garanzia della salvaguardia della salute e di uno sviluppo sostenibile. Non può essere accettata una attività antropica sull’ambiente, come questa di a Platamona, che non sia più che rispettosa degli indirizzi e delle buone pratiche selvicolturali».

Per i responsabili dello scempio ci saranno adesso anche conseguenze giudiziarie. Come già a suo tempo per Capo Caccia, il cantiere è stato immediatamente fermato: la Forestale ha adesso disposto il sequestro dell’intera area dei lavori e verrà inviata la segnalazione all’autorità giudiziaria con i nomi dei responsabili.

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