La Nuova Sardegna

Italia nostra: «A Platamona sfregio predeterminato»

di Roberto Sanna
Italia nostra: «A Platamona sfregio predeterminato»

L’ambientalista Gargiulo: «In 20 ettari di pineta alberi accatastati e dune devastate. Danni gravi, solo in parte rimediabili»

16 gennaio 2021
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SASSARI. «Sembrava di essere in un girone dantesco: alberi accatastati, dune devastate, i segni di una deforestazione selvaggia con gli alberi tagliati ad altezze diverse, in alcuni casi sembrava avessero usato l’accetta». Mauro Gargiulo, coordinatore regionale di Italia Nostra, racconta così l’ispezione effettuata sabato scorso insieme alla presidente del Wwf Sassari Wanda Casula nella pineta dello stagno di Platamona, dopo che diversi cittadini avevano segnalato che stava succedendo qualcosa di grave. Una visione che ha fatto immediatamente scattare un esposto presentato alle autorità preposte, concretizzato poi nell’intervento del Corpo forestale con il conseguente sequestro di venti ettari di terreno nei quali i programmati interventi di miglioramento si erano trasformati in una deforestazione selvaggia.

Interventi che, come conferma il sindaco di Sorso (territorio nel quale ricade l’area) Fabrizio Demelas, avevano regolarmente compiuto l’iter delle autorizzazioni preventive: «Si tratta di un intervento privato nel quale erano state programmate attività di diradamento e trasferimento di legna per alimentare un impianto a biomasse – spiega –. Tutte le autorità erano state informate e la stessa Forestale aveva segnato, come da procedura, le piante che potevano essere abbattute».

Racconto fatto anche nel corso del consiglio comunale, su richiesta di un consigliere dell’opposizione: «Da quello che ho visto l’intervento è andato ben oltre e come amministrazione comunale seguiremo tutta la vicenda, anche per tutelarci per eventuali danni ambientali – aggiunge –. Per fortuna mi dicono che non si tratta di danni irreversibili. Chi doveva controllare? Toccava all’azienda, è come se io costruissi un’abitazione nel mio terreno e mettessi su il doppio della cubatura: il primo responsabile sarei io. Anche il Corpo Forestale non può mettere pattuglie ogni giorno, una volta che viene concessa un’autorizzazione si aspetta di accertare eventuali danni attraverso un successivo controllo. In questo caso, a farlo scattare è stata la segnalazione degli ambientalisti ma immagino che prima o poi ci sarebbe stato comunque e il fatto sarebbe venuto alla luce».

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Mauro Gargiulo ribadisce l’assurdità dell’episodio: «È avvenuto tutto a pochi metri dalla strada, allo scoperto, in maniera sfrontata – dice –. Come a Capo Caccia, si è agito con arroganza mischiata a ignoranza, siamo allo sfregio predeterminato. Adesso il danno è fatto ma per fortuna in parte si può rimediare, per esempio ricomponendo le dune. Resta il fatto che si tratta comunque di un sito bellissimo ma trascurato dalle amministrazioni comunali, si fa poca manutenzione e la gestione delle zone verdi percorribili resta rivedibile».
 

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