La Nuova Sardegna

Le scelte giuste che fanno bene all’ambiente

di Ambra Daga*
Le scelte giuste che fanno bene all’ambiente

L’inquinamento è globale ma può essere fermato con le condotte dei singoli. Ciascuno di noi può fare qualcosa 

21 gennaio 2021
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«Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi “non sapevano”: accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata» Mikhail Sergeevich Gorbachev.

«Se non butto questa cartaccia nel cestino non cambia la situazione». E ancora: Una persona non fa la differenza».

Questi sono i pensieri e l’atteggiamento che, per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e le condotte più opportune da adottare per difenderlo, ha la maggior parte della mia generazione. Si tratta di un pensiero sbagliato che provoca reazioni a catena fino a creare circostanze gravi, come quella che già stiamo vivendo.

L’inquinamento è un problema serio che riguarda sia l’ambiente dell’intero pianeta, sia la salute dell’uomo.

Esso si manifesta e si propaga in diverse forme: dallo smog, una sorta di fumo acido presente nell’aria che noi inaliamo, fino agli scarichi urbani e industriali che devastano l’ecosistema.

Una delle maggiori città con aria inquinata è Hotan, in Cina, la sua concentrazione di Pm2,5 (polveri sottili) è di 110.1 μg/m³ ( unità grammo al metro cubo) e il limite d’impatto stabilito per la salute è di 10 μg/m³.Questo significa che l’aria in questa città è irrespirabile.

In Europa la situazione non è una delle migliori, in molte città europee si respira aria sporca e questo è dovuto soprattutto dagli agenti inquinanti rilasciati da ogni individuo nei comportamenti quotidiani.

Quest’anno i lockdown disposti dai Dpcm promulgati per prevenire il dilagare del contagio del Covid-19 tra la popolazione hanno fruttato un notevole miglioramento riguardo alla presenza di polveri sottili nell’aria. A Milano, solo per fare un esempio, a partire da marzo c’è stata una notevole diminuzione dell’inquinamento atmosferico.

Il pensiero che per ottenere lievi miglioramenti sia necessaria una quarantena forzata causata da una pandemia mondiale fa venire i brividi e questo, come era previsto, non si è rivelato una risoluzione al problema. Se durante la primavera del lockdown i livelli di inquinamento erano notevolmente diminuiti, infatti, appena questo è finito la concentrazione di poveri sottili è tornata a crescere. Non solo. Da metà maggio, infatti, è aumento l’utilizzo della plastica monouso.

Di recente nei mari della penisola sono state trovate quantità enormi di guanti e mascherine portate a terra dagli stessi pescatori tramite le reti da pesca, questo sta provocando un peggioramento notevole in una situazione già allarmante.

È il momento di cambiare atteggiamento e comportamenti. Cerchiamo di diminuire il consumo della plastica ed evitiamo i depositi di rifiuti tossici nell’ambiente perché in esso noi traiamo benefici fondamentali per vivere. Smettiamola di ignorare il problema e di seguire il pensiero altrui, ma pensiamo invece con la nostra testa perché segni di pericoli imminenti ci sono e non sono pochi, basta aprire gli occhi e guardarsi intorno, per non ritrovarci in un futuro dove l’uso della mascherina sarà importante per la sopravvivenza.

*Ambra frequenta l’Itc “Salvatore Satta” di Nuoro

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