La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, inchiesta giudiziaria sui soldi versati dalla Regione al costruttore Cualbu

di Mauro Lissia
Tuvixeddu, inchiesta giudiziaria sui soldi versati dalla Regione al costruttore Cualbu

Verifiche della Procura di Cagliari sugli atti esecutivi compiuti per recuperare la somma. Accertamenti sugli 85 milioni che l’imprenditore non ha mai voluto restituire

17 febbraio 2021
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CAGLIARI. La Procura indaga sui 78 milioni incassati da Nuova Iniziative Coimpresa dopo il lodo arbitrale su Tuvixeddu del 23 aprile 2013, che l’impresa del costruttore Gualtiero Cualbu avrebbe dovuto restituire quasi integralmente il 9 aprile 2018, quando la Corte d’Appello civile di Roma ridusse il risarcimento a un milione e 205 mila euro. L’inchiesta, in carico al pm Nicola Giua Marassi, è iscritta al modello 45, come dire senza indagati nè ipotesi di reato. Al momento in cui la procuratrice Maria Alessandra Pelagatti decise di aprire il fascicolo l’obbiettivo dell’ufficio requirente era di accertare se l’ufficio legale della Regione avesse compiuto tutti gli atti necessari al recupero della somma e dove fossero finiti i soldi. La prima domanda ha avuto risposta: Nuova Iniziative Coimpresa ha ricevuto gli atti esecutivi e avrebbe dovuto restituire il denaro, con rivalutazione e interessi. Ma non l’ha fatto e nell’intreccio di comunicazioni formali e informali tra l’impresa e la Procura sarebbe emersa una realtà imbarazzante: i soldi non ci sono più, la somma che la società privata avrebbe dovuto accantonare in attesa del pronunciamento giudiziario definitivo è stata impiegata nelle attività dell’impresa, comunque le azioni di recupero notificate nelle forme stabilite dalla legge anche attraverso l’agenzia delle entrate sono finite in un vicolo cieco.

Ora che la decisione della Corte di Cassazione depositata lo scorso 5 febbraio ha chiuso definitivamente la controversia giudiziaria cancellando i due lodi arbitrali e l’efficacia dell’accordo di programma del 2000 che dava il via libera al piano immobiliare nell’area storica di Tuvixeddu l’inchiesta rimasta a lungo in stallo dovrebbe riprendere vigore. Partendo da alcuni elementi: il primo è che la Corte d’Appello di Roma, quando ratificò l’esito dell’arbitrato, incredibilmente non impose all’impresa immobiliare alcuna garanzia sulla somma versata con singolare sollecitudine dall’amministrazione regionale guidata da Ugo Cappellacci. Quei 78 milioni, con la vicenda ancora sotto giudizio, finirono in pochi giorni nelle tasche del costruttore mentre l’ufficio legale della Regione preparava il ricorso in appello, che cinque anni dopo condusse all’annullamento del lodo principale. Negli ultimi tre anni la Regione ha provato a farseli restituire, ma Cualbu anche nei giorni scorsi ha ribadito che la questione giudiziaria non sarebbe chiusa per via di un altro arbitrato in corso sulla validità dell’accordo di programma del 2000. È una tesi poco accreditata negli ambienti giudiziari, ma tanto basta perché l’impresa trattenga il denaro ricevuto dalla Regione malgrado gli atti di recupero e una sentenza, quella della Cassazione, che per la sua stessa natura non presta il fianco ad alcun dubbio. Ma se anche i dubbi sul merito della questione esistessero davvero, l’obbligo di riportare i 78 milioni - divenuti negli anni quasi 85 - nelle casse pubbliche non appare discutibile.

Dopo il verdetto dei giudici civili supremi la Procura, dove il silenzio sull’inchiesta è impenetrabile, sembra avere in serbo un nuovo passo. Nel frattempo la polizia giudiziaria sarà chiamata a seguire il percorso dei soldi, da quando nel 2013 sono usciti dai conti bancari della Regione per finire in quelli di Nuova Iniziative Coimpresa: la Cassazione ha stabilito che dovranno tornare indietro, perché appartengono ai contribuenti.



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